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Pescara, 24/11/2024
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Data: 01/06/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Ecco il Governo, finalmente. Alla fine c’è il governo M5s-Lega. Conte premier, oggi giuramento. Dopo tre mesi di stallo è arrivata la soluzione. Cottarelli rimette il mandato, applaudito dalla stampa. Trovato l’accordo sui 17 ministri, Fratelli d’Italia annuncia l’astensione. Da Leu e Pd dura opposizione

Con Giuseppe Conte presidente del Consiglio e Giovanni Tria ministro dell'Economia, nasce il governo di Movimento Cinque Stelle e Lega che giurerà oggi. A quasi tre mesi dalle elezioni e a un passo dal ritorno alle urne. Luigi Di Maio e Matteo Salvini siglano l'accordo al termine di un lungo faccia a faccia alla Camera. A sbloccare l'impasse è soprattutto un cambio di ruolo di Paolo Savona, il professore anti- euro cui Sergio Mattarella aveva negato l'Economia: avrà la delega alle Politiche europee. «È stato raggiunto l'accordo per un governo politico M5s-Lega», recita una nota di Di Maio e Salvini alle sette di sera. Dopo pochi minuti Carlo Cottarelli, cui il presidente della Repubblica aveva affidato l'incarico di formare un esecutivo «neutrale» per portare al voto anticipato, sale al Quirinale a rimettere il mandato. «È stato un grande onore servire il Paese anche se per poco. Un governo politico è di gran lunga la migliore soluzione anche per l'incertezza che deriverebbe dalle elezioni», dichiara ringraziando i potenziali ministri del suo governo. La sala stampa applaude. E Mattarella lo ringrazia «per il senso delle istituzioni». Governo politico, dunque. Un governo giallo-verde. Con 17 ministri, tra cui Di Maio e Salvini. E due professori a Palazzo Chigi e via XX Settembre. Nasce con il voto in Parlamento di M5s e Lega. Dice «No» Forza Italia, che annuncia «battaglia per i cittadini». E annunciano un'opposizione dura Partito democratico e Liberi e uguali: «Costruiremo l'alternativa - dice Maurizio Martina - al governo populista e di destra che ha un programma pericoloso, estremista, antieuropeo e iniquo». Fratelli d'Italia, che era disponibile al «Sì» alla fiducia, sceglie la linea dell'astensione. «Per patriottismo - dichiara Giorgia Meloni - diamo una mano perché l'Italia è sotto attacco e non ci possiamo permettere il voto a luglio». È questo un passaggio chiave per la nascita del governo: M5s era infatti contrario a dare ministeri al partito di Meloni e solo lo stop di Salvini all'alleata sblocca l'intesa, nella lunga trattativa finale tra M5s e Lega. A riaprire i giochi è stata mercoledì sera la disponibilità data da Di Maio al Quirinale a spostare Savona dall'Economia a un altro ministero. Salvini si prende una notte di riflessione. Poi interrompe la sua campagna elettorale per le comunali e nella mattina di ieri torna a Roma. Dopo un incontro con Meloni a Montecitorio, si riunisce in conclave con Di Maio per comporre il rebus finale dei ministeri. Restano riuniti l'intero pomeriggio, a un certo punto qualcuno li fotografa su un terrazzo della Camera. Intanto li raggiunge Conte, che arriva in treno da Firenze dopo aver tenuto una lezione all'università. Alle 19, la fumata bianca. « Forse finalmente ci siamo dopo tanti ostacoli, attacchi, minacce e bugie», scrive Salvini su Facebook prima di partire per un comizio a Sondrio. Il governo penta-leghista nasce in notturna. Con la salita al Colle di Conte per consegnare la lista dei ministri. Alla fine, ecco la quadra. Savona viene spostato al dicastero senza portafoglio degli Affari europei. Per l'Economia spunta Tria, preside della facoltà di Economia di Tor Vergata, professore che ha lavorato con Renato Brunetta, è «tiepido» sull'euro e sostiene la Flat tax anche a costo di aumentare l'Iva. Agli Esteri arriva Enzo Moavero Milanesi, una vita nelle istituzioni europee e già ministro all'Ue con Monti e Letta. Affiancherà Conte a Palazzo Chigi, con il delicato incarico di sottosegretario alla presidenza, il leghista Giancarlo Giorgetti. Salvini sarà ministro all'Interno, Di Maio prenderà il super-dicastero di Lavoro e Sviluppo Economico (dovrebbe chiamarlo «Welfare»). Alla Difesa Elisabetta Trenta, Alla Giustizia Alfonso Bonafede (M5s), Giulia Bongiorno (Lega) alla P.a., Giulia Grillo (M5s) alla Sanità, Riccardo Fraccaro (M5s) ai Rapporti con il Parlamento, alle Infrastrutture Danilo Toninelli( M5s), Marco Bussetti (M5s) all'Istruzione, Alberto Bonisoli (M5s) ai Beni Culturali.

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