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Data: 01/06/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Il team del governo giallo-verde. Salvini e Di Maio a Interni e Welfare, sono anche vicepremier. Solo cinque donne. Un «eurotiepido» all’Economia. Professore a Tor Vergata, favorevole all’aumento Iva per la flat tax

Ecco il governo giallo-verde a guida del professor Giuseppe Conte: dopo 88 lunghe giornate di trattative, veti, rotture e convergenze, l'esecutivo M5S-Lega vede la luce. Le novità, rispetto alla squadra definita prima che la trattativa naufragasse domenica scorsa, sono Giovanni Tria all'Economia, Paolo Savona agli Affari Europei e Enzo Moavero Milanesi agli Esteri. Matteo Salvini resta saldo al Viminale e anche nel ruolo di vicepremier e Di Maio prende la guida del superdicastero Sviluppo-Lavoro e vicepremier. All'Economia quindi, approda il professor Giovanni Tria, preside della facoltà di economia dell'università romana Tor Vergata, considerato vicino a Fi. Alla Farnesina è destinato Enzo Moavero Milanesi, già ministro per gli Affari Europei nel governo Letta e in precedenza in quello di Mario Monti. Agli Affari Europei arriva l'economista Paolo Savona dopo il braccio di ferro dei giorni scorsi. Alla Difesa va Elisabetta Trenta, ex political advisor del Ministero degli Esteri. Alla Giustizia siederà Alfonso Bonafede (M5s), avvocato e fedelissimo del capo politico M5s. Poche le donne: Giulia Bongiorno, avvocato ora senatrice della Lega, è guiderà la Pubblica Amministrazione; Giulia Grillo, medico legale prima di diventare parlamentare M5S, prenderà la guida del ministero della Salute. Erika Stefani (Lega) andrà agli Affari Regionali e Barbara Lezzi, originaria di Lecce e grillina della prima ora, assumerà il dicastero del Sud. Il leghista Lorenzo Fontana assume la guida del nuovo ministero ai Disabili e Famiglia. Riccardo Fraccaro, fedelissimo di Di Maio, occuperà la casella dei Rapporti con il Parlamento, mentre Gian Marco Centinaio (Lega) guiderà il nuovo super-ministero che unisce Agricoltura e Turismo. Il dicastero dei Trasporti e Infrastrutture va a Danilo Toninelli (M5S), Marco Bussetti diventerà ministro dell'Istruzione mentre Alberto Bonisoli (M5S), va ai Beni Culturali.

Un «eurotiepido» all’Economia. Professore a Tor Vergata, favorevole all’aumento Iva per la flat tax

«Non ha ragione chi invoca l'uscita dall'euro senza se e senza ma come panacea di tutti i mali », ma non ha ragione neppure chi sostiene che l'euro è irreversibile. Bisogna cercare soluzioni condivise e cambiare insieme perché uscire dall'euro da soli «significa pagare solo costi senza benefici». Con queste parole Giovanni Tria affidava il suo «pensiero europeo» a un intervento scritto lo scorso anno sul Sole 24 Ore a quattro mani con Renato Brunetta. Il profilo del nuovo responsabile di Via XX Settembre, attuale preside della facoltà di Economia di Tor Vergata, si rivela dunque conciliante rispetto a uno dei nodi che maggiormente sono stati fonte di preoccupazione dell'opinione pubblica e del Capo dello Stato, ovvero il rapporto tra l'Italia e l'euro, ma decisamente più estremo quando si toccano problemi quali ad esempio quello fiscale e dell'Iva in particolare. Romano, classe 1948, Tria, forte di un esordio con laurea in giurisprudenza alla Sapienza nel 1971 a cui hanno fatto seguito più di 35 anni di esperienza accademica e professionale nel mondo dell'economia, ha detto la sua su alcuni dei cavalli di battaglia della coalizione Lega-M5S. Uno di questi la Flat tax, obiettivo perseguibile a suo parere eventualmente anche passando per l'aumento dell'Iva. Proprio a proposito dell'introduzione della flat tax, Tria ricorda in un articolo su Formiche.net che la scommessa, secondo i sostenitori della riforma, è che essa porti ad effetti benefici sulla crescita e quindi generi quel gettito fiscale aggiuntivo che dovrebbe compensare almeno in parte anche il costo iniziale della riduzione delle aliquote. «Tuttavia sarebbe preferibile - è il suo punto di vista - contare meno sulle scommesse e far partire la riforma con un livello di aliquota o di aliquote, che consenta in via transitoria di minimizzare la perdita di gettito, per poi ridurle una volta assicurati gli effetti sulla crescita. Inoltre - incalza - non si vede perché non si debba far scattare le clausole di salvaguardia di aumento dell'Iva per finanziare parte consistente dell'operazione ». Durante la sua lunga carriera accademica e professionale ha spaziato tra sviluppo, ciclo economico e crescita, investimenti pubblici e ruolo della governance. Un corposo CV che lo vede tra l'altro presidente della scuola nazionale dell' amministrazione.

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