L’AQUILA - "Siamo stati mandati a casa, dopo 20 anni di onorato servizio di trasporto scolastico all’interno del comune dell’Aquila, senza alcuna motivazione, senza alcun rispetto dei nostri diritti e della clausola sociale, ovvero l’obbligo di riassunzione del personale uscente, presente nel nostro contratto. Chiediamo l’assunzione immediata con effetto retroattivo”.
A denunciarlo in una lettera, inviata alla redazione di AbruzzoWeb, 15 ex dipendenti aquilani della ditta Turismo Fratarcangeli Cocco di Vincenzina Cocco di Frosinone, esclusi dal nuovo organico, a seguito dell’affidamento della gestione del servizio al Consorzio trasportatori e autonoleggiatori (Cta).
Gli “esclusi” dal servizio di trasporto scolastico, come si firmano gli ex dipendenti nella nota, annunciano una manifestazione per il 2 giugno davanti la sede del Comune dell'Aquila e chiedono anche un incontro urgente con l’Ispettorato del lavoro, "al fine di tutelare le nostre posizioni” e formulano una richiesta di accesso agli atti, “inerente le riunioni che si sono tenute".
Destinatari della lettera, il sindaco Pierluigi Biondi e il responsabile del settore Risorse finanziarie e Politiche sociali, Fabrizio Giannangeli, il Cta e l’Ispettorato territoriale del lavoro dell’Aquila.
La gestione del servizio scuolabus è stata negli anni è particolarmente travagliata. La Fratarcangeli ha gestito l'appalto per il servizio scuolabus dal 2012, dopo aver vinto il ricorso al Tar contro il Comune dell’Aquila e il Cta, che inizialmente si era aggiudicato la gara.
La ditta ha poi ricevuto una serie di proroghe che hanno permesso la prosecuzione della gestione fino al maggio 2017, quando la vecchia amministrazione, guidata dal sindaco Massimo Cialente, ha indetto una nuova gara, vinta grazie a un ribasso dalla ditta di Vincenzina Cocco.
Dopo qualche giorno, però, il Consorzio, venuto a conoscenza di esclusioni avvenute in altri Comuni abruzzesi della ditta di Cocco, ha deciso di denunciare con una serie di diffide il fatto al Comune dell’Aquila, che ha deciso per questi motivi di revocare la gestione.
A quel punto la Fratarcangeli ha fatto a sua volta ricorso al Tar, che però con una sentenza del 4 aprile scorso lo ha respinto, ma la società si è appellata al Consiglio di Stato, la cui decisione potrebbe ribaltare nuovamente l’intera situazione.
Anche il Cta nei mesi scorsi è finito al centro delle polemiche per il licenziamento di quattro dipendenti diretti, che risponderebbe a logiche discriminatorie, come ha denunciato in una nota il segretario provinciale della Filt-Cgil, Domenico Fontana.
Ipotesi smentita dallo stesso Cta che rispondendo alle accuse ha spiegato che i licenziamenti nascono da difficoltà economiche del Consorzio.
“Abbiamo reintegrato nel nostro organico due delle persone licenziate da noi in quell’occasione - spiega ad AbruzzoWeb Roberto Di Marzio, presidente del Cta - purtoppo per i dipendenti ‘esclusi’ non possiamo fare nulla, al momento siamo pieni: abbiamo 16 assistenti e 11 autisti, mandiamo a casa loro?”.
Il problema, secondo il Consorzio, si è creato per questioni burocratiche, che sono andate a scontrarsi con l’urgenza dell’attivazione del servizio.
“La Fratarcangeli ha lasciato la lista di autisti e assistenti il giorno prima, l’ultimo giorno utile: noi dovevamo preparare il servizio e per questo c’è stata una riunione all’Ispettorato del lavoro dell’Aquila, a cui hanno preso parte anche sindacati e Comune. In questo incontro è stato constatato che non era possibile applicare in toto la clausola sociale, perché non avevamo tutti i dati disponibili. Abbiamo attinto il più possibile a quella lista, ma non si può fare di meglio”, aggiunge Di Marzio.
“Perché sono stati mandati a casa senza alcun motivo?” chiede dal canto suo Vincenzina Cocco, titolare della ditta ad AbruzzoWeb.
“I loro diritti non sono stati rispettati, eppure ci sono dei contratti, è tutto nero su bianco. Noi siamo vicini alla loro battaglia e li sosterremo. Hanno scelto come data il 2 giugno per la protesta non a caso: è la festa della Repubblica costituzionale, dell’Italia e dei diritti-doveri degli italiani”, aggiunge.
“Ci auguriamo che tutto si possa risolvere per il meglio, a pagarne le conseguenze altrimenti saranno 15 famiglie aquilane. Anche se dovessimo vincere il ricorso al Consiglio di Stato, infatti, saremo costretti ad assumere il nuovo organico e loro rimarrebbero comunque a casa ”, conclude.