L'AQUILA Si torna a parlare di scippi di uffici regionali a vantaggio di Pescara e riesplode la polemica, segno che quando questo tema torna in auge si tocca un nervo ancora scoperto. La Cgil lancia l'allarme cui segue una sequenza di smentite del presidente Luciano D'Alfonso, e controsmentite al vetriolo. E, ovviamente, tornano alla memoria i "moti del 1971" quando si scatenò la battaglia per il capoluogo che sconvolse la città.LA CGIL. Il segretario provinciale Umberto Trasatti e il segretario locale della funzione pubblica dello stesso sindacato, Francesco Marrelli, non usano mezzi termini nella loro denuncia. «È di una gravità assoluta, e quindi ne chiediamo ufficialmente la smentita al presidente della giunta regionale e a tutti i partiti abruzzesi», dicono, «la notizia secondo cui il presidente D'Alfonso starebbe preparando il trasferimento dall'Aquila a Pescara di alcuni uffici e di alcune strutture regionali, a partire da quelli che fanno capo all'assessorato al Bilancio. Un trasferimento che rivestirebbe i connotati del campanilismo politico e istituzionale, volto a salvaguardare un preciso bacino elettorale, ma che non avrebbe nessuna ragione». «Un atteggiamento che riaccenderebbe scontri tra territori che non c'è nessuna ragione (se non obiettivi politici personali) di riproporre», proseguono, «ma che non tengono in considerazione le norme fondanti della Regione Abruzzo. Un trasferimento a Pescara sposterebbe di fatto il centro decisionale e politico. Inoltre, è da tempo che la Regione è oggetto di una revisione dell'organizzazione delle strutture la cui comprensione è sempre più difficile, ma che ha visto, nel frattempo, un lento ma continuo trasferimento di competenze dall'Aquila a Pescara. Il nostro sindacato, il 28 maggio scorso, ha inviato al presidente una richiesta di incontro per discutere di queste voci: a tutt'oggi ancora non riceviamo dal presidente nessuna risposta».LA REPLICA. Le repliche di D'Alfonso e del direttore generale della Regione, Vincenzo Rivera, non si fanno attendere. «Mi rifiuto di pensare», dice D'Alfonso, «che la Cgil abbia scritto questo comunicato, perché non è vero, proprio non è vero. È un non fatto, una non verità». «Nessuno scippo a danno del capoluogo», aggiunge Rivera. «La riorganizzazione della macrostruttura regionale, non sposta alcun servizio o ufficio a Pescara, ma si limita a ridefinire gli ambiti di competenza di due Dipartimenti. Attualmente il Dipartimento "Opere pubbliche governo del territorio e politiche ambientali" è composto da 15 servizi retti da dirigenti, di cui 8 sull'Aquila, 4 su Pescara, 1 su Chieti e 1 su Teramo, mentre il Dipartimento "Trasporti, Mobilità, Reti e Logistica" è composto da 5 Servizi tutti su Pescara. L'atto di riorganizzazione prevede la ridenominazione dei citati Dipartimenti rispettivamente in "Governo del territorio e politiche ambientali" e "Infrastrutture, trasporti, mobilità, reti e logistica", attraverso lo spostamento della direzione dei servizi del Genio civile, delle opere marittime e della difesa del suolo. La sede lavorativa dei citati servizi resta sempre e comunque la stessa, vale a dire L'Aquila, Pescara, Teramo e Chieti per i Servizi di Genio civile; Pescara per le opere marittime e infine L'Aquila per il servizio preposto alla Difesa del Suolo, ridenominato "Difesa idraulica, idrogeologica e della costa"».«Si ribadisce», conclude, «che non è previsto alcuno spostamento di personale dipendente, né di uffici, di mansioni e di competenze che restano dove sono. Diversamente, non può certo sostenersi che un Dipartimento regionale con strutture articolate all'Aquila e Pescara abbia oggi un'unica sede». LA CONTROREPLICA. «Comprendiamo che Rivera, il direttore generale della Regione nominato da D'Alfonso, voglia cercare di spegnere il fuoco delle polemiche. Quello che dev'essere chiaro», ribattono a stretto giro i sindacalisti Trasatti e Marrelli, «è che la sua replica non smentisce quanto denunciato ma conferma le nostre preoccupazioni. Rivera lascia immaginare che le scelte non comporteranno il trasloco a Pescara di uffici e servizi regionali. Da tutto questo, anzi, L'Aquila uscirebbe rafforzata. Quello che Rivera non dice, però, è una scelta politica che sottrae al capoluogo di regione i centri decisionali e politici. Anche se i dipendenti per il momento non rischiano di trasferirsi con la valigia a Pescara». «Dunque», concludono i sindacalisti, «attenzione a quello che accade: oggi non si cambiano le destinazioni delle sedi e non si trasferiscono fisicamente personale e uffici, però vengono sottratte competenze da un dipartimento dell'Aquila a beneficio di un dipartimento di Pescara».
UGL e de matteis «Un vero atto di sciacallaggio ai danni della città»
L'AQUILAInsorge anche l'Ugl, che parla di «sciacallaggio e vergogna». «I politicanti della giunta regionale», dicono il segretario provinciale Giuliana Vespa e Simone Tempesta, segretario regionale Ugl-Fna, «stanno perpetrando un vero e proprio atto di sciacallaggio ai danni della città capoluogo di regione. In spregio a quanto sancito dalle regole e dalle leggi regionali sembrerebbe che, gli amministratori di questa regione, mossi dalla volontà di depauperare e delegittimare il ruolo che L'Aquila riveste dal 1971, stiano risvegliando mai sopiti campanilismi tornati alla ribalta con maggior vigore sia dopo l'elezione di un presidente regionale che appare non aver mai dismesso il ruolo di sindaco della città di Pescara e che fa percepire una sorta di debolezza delle aree interne della nostra terra e sorgere, di conseguenza, velleità di facili conquiste. Il dipartimento opere pubbliche passerebbe così da 15 a 9 servizi con grave nocumento per la nostra città». «Ovviamente abbiamo in Regione una chiara carenza di rappresentanza politica», commenta il consigliere comunale di centrodestra Giorgio De Matteis, «peraltro succube del fuggitivo D'Alfonso, che, ridotta a tappezzeria, tace in ogni circostanza. Questa e sciagurata ipotesi di modifica della Direzione di un settore strategico come gli uffici periferici dei Geni civili va a danno della nostra città e sarà portata e all'attenzione del consiglio comunale, per far sì che il sindaco faccia ciò che altri non sanno fare a difesa dell'Aquila». «La vicenda sebbene da decifrare, dimostra che D'Alfonso e il Pd proseguono nella loro opera indiscriminata e subdola di depotenziamento delle aree interne». Lo dicono il deputato della Lega, Luigi D'Eramo e il coordinatore Emanuele Imprudente.