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Data: 03/06/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ricostruzione, tasse nuove povertà: parte la ricerca del dialogo

L'AQUILA La ricostruzione da velocizzare, i provvedimenti sulle tasse post sisma, il rilancio degli investimenti, i nuovi poveri, la crisi del commercio, la preoccupazione degli imprenditori, la cultura in subbuglio. È fitta, fittissima, l'agenda che l'Abruzzo sottopone al nuovo governo appena insediato. Partendo, però, da una necessità di fondo, l'esigenza di capire come attivare un'interlocuzione proficua. In attesa di capire se ci saranno posizioni di governo (si parla di due possibili sottosegretari abruzzesi, uno di area grillina e uno targato Lega), Costantino Felice, docente di Storia economica, solleva in modo sferzante il tema del modello relazionale: «L'Abruzzo è diventato un esempio di sviluppo grazie alla sconfitta del Gasparismo e del clientelismo virtuoso. Manca, però, la cultura della politica: non mi riferisco tanto a Cinque stelle alla loro prima prova, e al centrodestra, ma soprattutto alla classe dirigente del centrosinistra, che non ha compreso la svolta epocale del 4 dicembre 2016, con il referendum. Urge un rinnovamento profondo, politico e culturale». Si vedrà se i partiti riusciranno a cambiare passo. Di certo il grido d'allarme che proviene dall'Abruzzo è assordante. La cartina al tornasole è la Cultura, basta ascoltare Giancarlo Gentilucci, di Arti e spettacolo: «La Regione non ha fatto nulla, non esiste una legge. Semplicemente quando ha avuto risorse residue le ha erogate. Il settore è in totale abbandono, la trasparenza è scarsa, ognuno cerca di sopravvivere come può, facendo impresa in chiave autonoma». La Cultura, dunque, reclama una svolta radicale, che parta dal territorio e arrivi poi a palazzo Chigi.
SISMA, LAVORO, SVILUPPO
Non va meglio per quanto riguarda la ricostruzione. Umberto Trasatti, segretario aquilano di Cgil, la lega al tema del lavoro: «Le urgenze? Nel 2017 l'Istat ha certificato in Abruzzo seimila nuovi occupati. Di questi l'80 per cento è precario. Ma non basta: mentre l'aumento di occupati ha fatto registrare il segno più in tutte le Province (Pescara +3,3%, Teramo +2,2%, Chieti +0,1%), L'Aquila cala dello 0,9%. Come si può pensare, leggendo questi dati, che le imprese dell'Aquilano, come sostiene l'Europa, non pagando le tasse post terremoto abbiamo violato la concorrenza? La priorità, dunque, è intervenire su questa vicenda». Trasatti cita poi la necessità di reinserire il Durc per congruità, come fatto nel Cratere 2016-2017 («Serve a combattere l'illegalità»), di misure per contrastare il Dumping contrattuale, per far partire i cantieri pubblici, per sistemare organicamente i lavoratori della ricostruzione, per abbattere i tempi. Il tutto nella Regione «delle 109 vertenze aperte» e di casi emblematici come la chiusura di Intecs nella città che sperimenta il 5G.
Gli industriali sono preoccupati dal cosiddetto governo del cambiamento. Il presidente regionale, Agostino Ballone, parte da una premessa che è quasi una speranza: «Evitare di modificare le riforme già fatte». Cita jobs act, legge Fornero, messa in sicurezza dei conti pubblici. «Stanno dando frutti dice non si può pensare di fare un passo avanti e due indietro». Quello che serve all'industria, semmai, «è una vera riforma della pubblica amministrazione, lo smantellamento delle procedure borboniche che fanno perdere tempo e soldi, intercettare le opportunità che arrivano dall'Europa».
TIMORI PER L'IVA
Anche i commercianti hanno le idee piuttosto chiare. Celso Cioni, direttore di Confcommercio, comincia dal dire che «va scongiurato l'aumento dell'Iva». «Servono, poi aggiunge una regolamentazione del commercio elettronico, una revisione degli studi di settore, la velocizzazione delle procedure burocratiche (ogni operatore italiano passa 240 ore l'anno per adempimenti, contro i 160 della media europea), un abbassamento della tassazione».
LE EMERGENZE SOCIALI
La chiusura di questo quaderno degli appunti è dedicata al sociale. Antonello Salvatore, responsabile area povertà e vulnerabilità urbane dell'associazione On the road onlus, parla delle nuove povertà, del «decadimento delle condizioni della classe media», di un terzo della popolazione in povertà relativa, «della precarietà non solo lavorativa, ma esistenziale, emotiva, affettiva», «un mix che ha causato l'indebolimento di tante fasce», del tema, paradossale, del «lavoratore povero», inesistente fino a qualche decennio fa. I correttivi? «La capacità delle istituzioni locali di cogliere le opportunità europee dice Salvatore Spesso e volentieri non si riescono a fare i bandi e mancano i progetti. E' assurdo. E poi bisogna immettere risorse per lenire la sofferenza delle classi debole, non avendo paura che il sociale diventi solo un costo: ci sono possibilità di ritorni, basti pensare all'housing sociale che può diventare un elemento vitalizzante dell'economia. Infine dal governo ci aspettiamo un provvedimento sull'assurda liberalizzazione del gioco d'azzardo, che ha avuto un impatto allucinante».

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