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Pescara, 24/07/2024
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Data: 03/06/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Rigopiano, la Regione parte civile nomina i suoi super consulenti

PESCARA Non dev'essere stata una decisione presa a cuor leggero ma Luciano D'Alfonso ha dovuto farlo come rappresentante giuridico della Regione. Il presidente della giunta indagato per Rigopiano ha infatti proposto e approvato, insieme al vicepresidente Giovanni Lolli e agli assessori Silvio Paolucci, Dino Pepe e Giorgio D'Ignazio (assente Marinella Sclocco), una delibera con cui viene conferito l'incarico di consulenza tecnica al geologo Nicola Sciarra, professore alla D'Annunzio, e all'ingegner Dino Pignatelli, specializzato nella progettazione di strutture anti-valanghe, per scoprire la cause che hanno generato la tragedia dell'hotel. I due esperti, in particolare, dovranno accertare se ci sia stato, oppure no, un nesso di causa tra le scosse di terremoto che, il 18 gennaio del 2017, precedettero la valanga e l'evento catastrofico che ha causato 29 morti. La Regione ha deciso di nominare propri consulenti, per i quali spenderà una cifra complessiva di 12mila euro, per un'eventuale costituzione di parte civile che può essere decisa già da ora, al di là del fatto che ci sarà o no un'udienza preliminare. La costituzione è riferita al danno all'immagine che potrebbero procurare all'ente le imputazioni di omicidio e lesioni colpose plurime, nonché di disastro colposo, contestate non solo a numerosi dirigenti regionali indagati ma anche allo stesso D'Alfonso che compare nell'elenco delle 35 persone su cui è in corso l'accertamento di responsabilità da parte della procura di Pescara.Il governatore-senatore, da rappresentante giuridico della Regione e al tempo stesso da persona fisica indagata, si è così ritrovato, il 18 maggio scorso, ad approvare una delibera di Giunta contro se stesso. Ma gli interessi della Regione a nominare il geologo Sciarra e l'ingegner Pignatelli, per poter decidere successivamente la propria strategia processuale da tenere, e gli esiti della consulenza, sconfinano inevitabilmente anche in altri due campi. Il primo si riferisce alle denunce che gli avvocati del Comune e del sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, hanno presentato contro dirigenti, funzionari, presidenti ed ex presidenti dell'ente, per i ritardi dell'approvazione della carta dei pericoli delle valanghe che, a detta di quei legali, se fosse stata approvata in tempo avrebbe evitato la tragedia.Il secondo campo riguarda invece due atti di diffida e messa in mora della Regione, presentati dai parenti di vittime dell'hotel, con richieste di risarcimenti dei danni fisici, morali, patrimoniali e non. È una citazione a cui l'avvocatura regionale ha risposto invocando l'opportunità di attendere la fine dell'inchiesta, pur esprimendo partecipazione al dolore. «Ma rimane indiscutibile il fatto», dichiara Enzo Del Vecchio, segretario particolare di D'Alfonso, «che l'incarico conferito ai due esperti non è a difesa degli indagati».

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