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Pescara, 24/07/2024
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Data: 04/06/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Di Maio: vitalizi, è fatta Ma la strada è in salita

ROMA Il 10 giugno si vota in circa 770 comuni italiani fra i quali una ventina di capoluoghi e, non è una notizia, i 5Stelle tornano a calavare il tema dei vitalizi. Ieri nel corso di un comizio a Catania (il comune più importante al voto) Luigi Di Maio, leader dei 5Stelle, vicepremier e neoministro del Lavoro e dello Sviluppo, è stato perentorio: «Via i vitalizi - ha detto - La delibera è già pronta ed è sul tavolo del presidente della Camera dei deputati Roberto Fico». «Lo abbiamo promesso in campagna elettorale e lo faremo subito togliendo i privilegi agli ex parlamentari - ha aggiunto il vice premier - Poi loro facciano tutti i ricorsi che vogliono ma il provvedimento verrà fatto e Fico ci lavora già da due mesi».
IL SIMBOLO
Già, ma come stanno le cose? Gli uffici sia della Camera che del Senato hanno lavorato in queste settimane per preparare un dossier per i presidenti delle due Camere.
Il dossier conferma le cifre che già si conoscevano: i vitalizi pagati dalle due Camere sono poco più di 2.000 e costano all'anno complessivamente circa 190 milioni. Una cifra irrilevante rispetto ai circa 260 miliardi di euro che si spendono per la previdenza in Italia e persino inferiore rispetto agli oltre 400 milioni che Montecitorio e Palazzo Madama spendono per le pensioni dei loro ex dipendenti.
L'indagine condotta in queste settimane ha messo in rilievo anche la difficoltà di intervenire in modo equo. I nodi da sciogliere sono soprattutto due: alcuni ex parlamentari a riposo da decenni, come ad esempio, l'ex segretario della Democrazia Cristiana Arnaldo Forlani in pensione dal 1994, possono contare su molti contributi versati e dunque se il loro vitalizio venisse ricalcolato sulla base dei contributi versati potrebbero vederselo aumentare.
Sull'altro piatto della bilancia ci sono casi opposti, ovvero di vedove novantenni di onorevoli degli anni 50 e 60, con pochissimi contributi, che si vedrebbero decurtare il loro vitalizio a livelli miserevoli in una fase delicatissima della loro vita.
Per quel poco che trapela dalle Camere si è capito che le vedove novantenni saranno risparmiate da tagli brutali. Ma non è chiaro quale tipo di soluzione potrebbe emergere che il ricalcolo di tutti gli altri vitalizi.
Anche perché gli ex parlamentari continuano a ribadire che faranno ricorso alla Corte Costituzionale poiché giudicano iniquo colpire retroattivamente qualsiasi pensione mentre si dichiarano disposti ad accettare un contributo di solidarietà come quello già imposto dalla Camera agli ex onorevoli dalla scorsa estate.
Ad impedire decisioni veloci poi c'è un dato fisiologico: due membri dell'ufficio di presidenza della Camera, il leghista Lorenzo Fontana e il pentastellato Riccardo Fraccaro, sono diventati ministri. Altri diventeranno sottosegretari. Bisognerà sostituirli con voti dell'aula. Ci vorranno accordi fra i partiti. Dunque non c'è nulla di imminente sul fronte dei vitalizi.

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