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Pescara, 24/07/2024
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Data: 05/06/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Honeywell, speranze finite per 300 operai. Il nuovo no del ministero alla cassa integrazione spalanca le porte ai licenziamenti. I sindacati: situazione assurda

ATESSA Niente cassa integrazione straordinaria alla Honeywell di Atessa. Lo hanno ribadito i funzionari del ministero del Lavoro nell'incontro decisivo di ieri a Roma, nella sede del ministero dello Sviluppo economico, davanti gli attoniti rappresentanti sindacali delle sigle Fiom, Fim e Uilm e ai rappresentanti della Regione Abruzzo, il vicepresidente Giovanni Lolli e il consigliere Antonio Innaurato. Il programma presentato dall'azienda prevede solo la cessazione delle attività e non il mantenimento delle produzioni, dunque la Honeywell non può più ricevere aiuti di Stato. Questa volta, tuttavia, i toni del ministero nei confronti dell'azienda sono stati più fermi, in pratica un aut aut. La Honeywell ha 48 ore di tempo per rispondere alle organizzazioni sindacali in merito alla richiesta di non licenziare i circa 300 dipendenti e di farli restare a libro paga per altri 10 mesi, proprio per sopperire all'alternativa della Cigs. Se l'azienda non risponderà tempestivamente la vertenza passerà direttamente nelle mani del neo ministro del lavoro Luigi Di Maio. «Viene giudicato estremamente iniquo», si legge nel vernale sottoscritto ieri dalle parti, «addebitare ai lavoratori la permanenza alle dipendenze dell'azienda e viene mantenuta la richiesta di non procedere ai licenziamenti». Nella seconda parte dell'incontro i protagonisti del tavolo interministeriale hanno fatto il punto sulle manifestazioni di interesse presentate da tre aziende per la reindustrializzazione dell'area. Le tre aziende, che non hanno autorizzato a rivelare la loro identità, «hanno concretizzato in vario modo il loro interesse», si legge nel verbale, «ma non hanno ancora presentato un piano industriale, cosa che faranno all'inizio del prossimo mese in un nuovo incontro al Mise».«Il diniego della Cigs», dichiarano il segretario nazionale e di Chieti-Pescara della Uilm, Gianluca Ficco e Nicola Manzi, «prevedibilmente provocherà a giorni il licenziamento di quasi 300 lavoratori a causa del famigerato decreto legislativo 148 del 2015, che ha enormemente indebolito il sistema degli ammortizzatori sociali». «È incomprensibile e inaccettabile, ci troviamo in una situazione assurda in cui chi ci ha assicurato prima al tavolo di trattativa la fattibilità di utilizzo della Cigs, poi non è andato avanti a costruire le condizioni per la sua concessione», tuona Ferdinando Uliano della Fim-Cisl nazionale, «è necessario un intervento del Ministero ai suoi massimi livelli per evitare che gli unici a pagare siano i 300 lavoratori e le loro famiglie. E bisogna velocizzare la fase di presentazione del piano industriale in modo d'accelerare il processo occupazionale». «Il sindacato ha manifestato tutta la sua contrarietà», dice Davide Labbrozzi della Fiom Chieti, «in quanto il Ministero stesso si era impegnato a garantire la Cigs a condizione che non ci fosse la cessazione dell'attività lavorativa, ma solo di quella produttiva. Approfondiremo la situazione nelle prossime ore».

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