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Pescara, 24/11/2024
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Data: 05/06/2018
Testata giornalistica: Mapero'
Indignato ma a scoppio ritardato

Nicchiava, sì vedremo sì faremo forse agiremo. Ma che fretta c’era. C’era invece, eccome. E c’è voluta la strapazzata in diretta Rai di Rosario Trefiletti (presidente dell’Istituto studi sul consumo) alla Vita in diretta, per scuotere dal suo torpore, un torpore che durava da giorni, il sindaco di Pescara Marco Alessandrini sul caso dei 120 bimbi intossicati dopo aver mangiato chissàcosa alla mensa scolastica. C’è voluta la strapazzata e anche di più, visto che il primo comunicato con la notizia che il Comune avrebbe usato il pugno di ferro con l’azienda che gestisce il servizio mensa, Alessandrini l’ha scritto a sera inoltrata.

Trefiletti è sbottato così:

“Sindaco, ma si vuole indignare sì o no per quello che è successo a quasi 200 bambini?”,

insomma figuraccia nazionale. Una all’anno, per il sindaco di Pescara, ma questa volta ancora più grave perché ci sono andati di mezzo 120 bambini.

A Trefiletti ha dato man forte in studio il giornalista della Stampa Paolo Russo che ha parlato di segnali allarmanti che in passato sono stati fatti cadere:

“A Pescara sono recidivi, nei mesi scorsi era stato trovato del pollo con dei pezzi di osso, pesce con lische e poi cibo a km zero che a km zero non era, anzi conservato male. Insomma, tutti episodi che avrebbero dovuto indurre l’amministrazione a fare controlli, e invece niente”.

“La cosa allucinante – ha aggiunto Trefiletti – è che sono coinvolte 7 scuole: quando c’è un unico luogo da cu partono i cibi bisogna fare verifiche e controlli ancora più accurati. Il massimo ribasso sugli appalti è il vero problema”.

Poi, dopo il commento soft del sindaco, è sbottato.

E così solo dopo, molto dopo la strapazzata in diretta Rai, Alessandrini si è indignato, o ha fatto finta:

“Siamo certi – ha detto – di quello che accadrà se verrà accertato che c’è stata omissione da parte della società che gestisce il servizio mensa nelle scuole del Comune di Pescara, o da parte di qualsiasi altro soggetto, che non potrà più lavorare nel nostro Comune. E’ un atto dovuto per quei bambini e per le loro famiglie”.

ps1: un atto dovuto certo, ma a scoppio ritardato. Anzi, ritardatissimo. Arrivato per di più, dopo lo scappellotto.

ps2: la prossima volta, per favore, sindaco si indigni da solo. Non c’è bisogno di chiedere il permesso.

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