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Pescara, 24/07/2024
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Data: 06/06/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Tagli in arrivo ai vitalizi degli ex consiglieri regionali. La misura interessa anche gli ex parlamentari

PESCARA Nel discorso al Senato per il vito di fiducia il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha annunciato il taglio dei vitalizi degli ex parlamentari ed ex consiglieri regionali. Un'ipotesi sul tavolo dsa tempo, tanto che lunedì il presidente della Camera Roberto Fico è stato a colloquio per oltre un'ora con una delegazione dell'Associazione degli ex parlamentari, guidata dal presidente Antonello Falomi che ha definito il confronto - interamente dedicato al tema del taglio dei vitalizi a ex senatori ed ex deputati - «interlocutorio. La delegazione ha consegnato a Fico un documento di quattro pagine in cui si conferma la disponibilità a «fare sacrifici» ma non a interventi «umilianti e punitivi». Nel documento si pongono nove domande e si paventa la possibilità che il taglio retroattivo serva da apripista alla sforbiciata delle pensioni ordinarie dei cittadini. «È stato un incontro interlocutorio» ha detto Peppino Gargani «ma siamo contenti perché il presidente Fico ci ha ascoltato con attenzione, ha preso appunti e si è riservato di risponderci». Nel documento consegnato al presidente della Camera, gli ex parlamentari confermano di ritenere incostituzionale il calcolo retroattivo con metodo contributivo dei vitalizi, e sollevano una serie di obiezioni tecniche, per superare le quali «si finirebbe di spendere di più di quanto si faccia risparmiare». Infatti occorrerebbe restituire le tasse pagate sui contributi versati, e i contributi per la reversibilità, nonché i contributi di solidarietà già pagati dal 2011. La delegazione guidata da Falomi si è detta disponibile a ripetere il contributo di solidarietà, «unico strumento che sia costituzionalmente corretto», ha detto Falomi registrando «su questo punto un interesse del Presidente Fico». Invece il «no» al taglio retroattivo è motivato non solo dalla sua incostituzionalità, ma anche da ragioni politiche: è un «no» a «qualunque misura che direttamente o indirettamente miri a svuotare di significato la centralità del Parlamento, la sua autonomia e la sua libertà»; e «l'umiliazione della funzione parlamentare, privandola delle garanzie anche economiche stabilite dalla Costituzione, è una di queste misure».

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