Prendere un caffè in casa Ruggeri, con Corrado e sua moglie Silvana, è un viaggio in uno spaccato di storia aquilana.
Da una parte, la bacheca dei trofei: Corrado Ruggeri è medaglia d’oro al valore come atleta di pattinaggio di velocità a rotelle, di cui è stato campione del mondo, campione europeo, campione italiano e primatista mondiale, con oltre 350 presenze in nazionale; dall’altra, uno studio colmo all’inverosimile, sulle quattro pareti, di faldoni attinenti l’aeroporto di Preturo. Ruggeri - assessore comunale della giunta Tempesta dal maggio 2002 al maggio 2007 con delega al commercio e allo sport - è stato consigliere dell’Aero Club ininterrottamente per 19 anni, dal 1984 al 2003; consigliere nazionale dell’Aero Club Italia dal 1998 al 2002, è pilota di velivoli, alianti, elicotteri, ulm. E’ tra coloro che, l’aeroporto, l'ha sognato, immaginato, fisicamente costruito, mattone su mattone.
E proprio dello scalo abbiamo lungamente discusso con Ruggeri, esponente del centrodestra cittadino, con Giorgio De Matteis tra le voci più critiche della fallimentare gestione dell’Aeroporto dei Parchi che il centrosinistra ha affidato alla società Xpress di Giuseppe Musarella.
Con la vittoria di Pierluigi Biondi, ci si aspettava che si scrivesse la parola fine sulla vicenda, con la revoca della convenzione - “è decaduta automaticamente con la perdita della certificazione di aeroporto commerciale”, sottolinea l’ex assessore comunale - e che si trovasse una rinnovata vocazione per lo scalo. Invece, un anno dopo è tutto fermo e, d’altra parte, la maggioranza di centrodestra, conferma Ruggeri, non l’ha mai cercato per trovare una via d’uscita all’impasse che si è creata in questi anni: incomprensibile, se è vero che l’ex assessore comunale, dell’aeroporto, è la memoria storica, gli ha dedicato una vita. E’ stato il protagonista degli anni ruggenti dello scalo aquilano, quelli segnati dalle attività dall’Aero Club appunto, che aveva reso l’aeroporto di Preturo un punto di riferimento internazionale per la didattica in tutte le specialità - la scuola era qualificatissima, con una offerta economica interessante e una flotta di 28 mezzi – un centro d’eccellenza per il volo a vela, per l’attività turistica e sportiva aeronautica, per il volo ultraleggero.
Ruggeri sfoglia faldoni e faldoni di foto, ritagli, articoli di giornale: le oltre 40mila persone che affollavano la pista per ammirare le frecce tricolori, le oltre 100 licenze che, ogni anno, venivano conseguite a Preturo, le officine all’avanguardia per la revisione dei velivoli, persino Bud Spencer portava il suo aereo a L’Aquila, gli aliantisti che da tutta Europa giungevano in città per svolgere attività volovelistica, per non parlare dei soci dell’Aero Club, che erano centinaia e arrivavano da ogni angolo della Penisola, dalla Lombardia alla Sicilia: c’è una fotografia del parcheggio dello scalo pieno di automobili, da non crederci a guardarlo adesso, oltre la rete che lo separa dalla città, chiuso, abbandonato a sé stesso, l’erba alta e incolta, il laghetto – un vanto di Ruggeri – che ha oramai le sembianze di una pozza maleodorante.
“Si potrebbe ripartire da lì”, si illumina Ruggeri; “certo, non sarebbe affatto facile, e ci vorrebbe tempo, ma un gruppo di appassionati sarebbe pronto a prendere in gestione lo scalo di Preturo per tentare di riportarlo ai fasti di un tempo”.
E ciò non andrebbe in conflitto con la vocazione di Protezione civile che l’amministrazione Biondi vorrebbe imprimere allo scalo; sul punto, però, l’ex assessore comunale ha le idee chiare: “le attività di Protezione civile, anche in situazioni d’emergenza, coprirebbero al massimo un 3-4 per cento del traffico che dovrebbe avere l’aeroporto”. Che poi, non ci sarebbe niente da inventarsi, in realtà. Ruggeri tira fuori altre carte: “Già ad ottobre 1999, l’Aero Club d’Italia e il Dipartimento di Protezione civile, allora diretto dal sottosegretario Franco Barberi, firmarono un protocollo d’intesa per l’individuazione e la realizzazione di 6 basi sul territorio nazionale, così da ottimizzare l’uso del mezzo aereo a supporto delle operazioni di Protezione civile. Ebbene, una delle basi individuate era l’Aeroporto di Preturo”. E proprio in riferimento a tale decisione, Regione Abruzzo – per interessamento dell’allora assessora Stefania Pezzopane – approvò nel 2000 un protocollo d’intesa fra l’Ente, il Comune dell’Aquila e l’Aero Club, così da realizzare una base operativa strategica.
“C’era già il progetto”, Ruggeri ce lo mostra: “presso la testata sud della pista, sarebbe stato realizzato un hangar con adiacente ampio parcheggio aeromobili destinato, al piano terra, a deposito di materiali di pronto intervento, e al piano superiore a centro d’addestramento nazionale per i volontari”. La successiva giunta regionale di centrodestra, assessore Giorgio De Matteis, stanziò nel 2004 ben 2 milioni di euro, integrati successivamente da un altro milione: i fondi furono assegnati al Comune dell’Aquila. “Lo stanziamento arrivò nel 2008, seguì subito dopo l’approvazione del progetto”, ricorda Ruggeri. “Ad oggi, 10 anni dopo, non sappiamo che fine abbiano fatto i fondi stanziati”. Ci sono, o ci sarebbero stando all’ex assessore, convinto che il finanziamento sia andato perduto, i 2.8 milioni di euro di fondi Fas stanziati per lo sviluppo dell’aeroporto come scalo di Protezione civile che, Ruggeri non teme di dichiararlo apertamente, sarebbero l’oggetto delle attenzioni dell’attuale soggetto gestore.
“Non capisco davvero l’impasse dell’amministrazione”, si rammarica Ruggeri; “abbiamo già dimostrato che l’aeroporto può essere gestito con successo dagli appassionati e aprendo lo scalo anche alla Protezione civile”. Insomma, revocare la convenzione con la Xpress non metterebbe affatto a rischio lo sviluppo dello scalo come hub di Protezione civile, come sembra invece temere l’assessore delegato Carla Mannetti.
Ruggeri continua a sfogliare le foto: i lavori per la costruzione del primo hangar, la torre di controllo – “il nostro vanto”, ricorda con gli occhi umidi – le aule per le lezioni, la foresteria per gli allievi, e poi il secondo hangar, l’allungamento della pista fino ad un km e 400 metri, il prato pieno di gente, l’aeroporto che viveva insomma e, passo dopo passo, cresceva. Oggi un patrimonio abbandonato a sé stesso, sebbene il Comune abbia investito 600mila euro soltanto per la start up dello scalo commerciale, che pure potrebbe ancora portare ricchezza in città, come una volta. E chissà cos’è rimasto, oltre le recinzioni che cingono lo scalo: “c’era una cucina che abbiamo pagato più di 100milioni”, ricorda Silvana, la moglie di Corrado. Soldi versati dai soci dell’Aero Club che hanno sempre investito nel loro aeroporto, di tasca propria, con pochissimi finanziamenti pubblici. Non si sa cosa sia rimasto, se la cucina c’è ancora, se c’è ancora il bancone del bar, il mobilio, il sistema di luci per la pista che, al momento di essere acquisita a patrimonio dal Comune dell’Aquila venne valutato 200mila euro: a quanto pare, al momento di sottoscrivere la convenzione per l’affidamento alla Xpress – ricordate, la società calabrese voleva realizzare un centro commerciale e parlava di 100mila viaggiatori l’anno – non è stato redatto neppure un inventario dei beni. Almeno, in Comune non ce n’è traccia.
Sta di fatto che ad oggi, ad un anno dall’insediamento dell’amministrazione Biondi, a Preturo non è cambiato niente. Speriamo che, prima o poi, l’assessore competente faccia un colpo di telefono a Ruggeri: chissà, dare un'occhiata alle foto dell’aeroporto d’allora, pieno di gente e di appassionati, potrebbe convincere l’amministrazione che sì, Preturo è un bene della città su cui è possibile ancora scommettere.