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Data: 06/06/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Toninelli: Fs-Anas tutta da valutare

ROMA La Tav? Va ridiscussa con i francesi. Le nozze Fs-Anas? Bisogna valutarle in tutti dettagli e vedere se ha senso o no. Le grandi opere? Analizzare a fondo costi e benefici. Nel primo giorno di insediamento il neo ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli traccia la road map, mette i paletti, illustra la strategia, tenendo ben presente che la stella polare del M5s è orientata alla sostenibilità economica e ambientale, ma che ci sono anche le indicazioni del contratto grillini-Lega da rispettare. E quelle, altrettanto stringenti, dei maxi progetti già partiti che non è facile fermare, viste le penali miliardarie da pagare.
AL SETACCIO
Toninelli, che ieri ha salutato Graziano Delrio nel tradizionale scambio di consegne, ha spiegato che punterà su una «programmazione oculata delle opere e sul potenziamento del project review, che verrà affidato alla struttura tecnica di missione con l'implementazione del metodo di valutazione costi-beneficì». In altre parole, verranno passate al setaccio tutte le infrastrutture: dal Mose, alla Tav, alla Pedemontana. Oltre al taglio degli sprechi, nel piano del ministro c'è un altro punto chiave, ovvero l'introduzione di una «minore discrezionalità nella scelta delle priorità» e di «una maggiore capacità progettuale per togliere spazio alla corruzione e all'illegalità». Confermata la linea Delrio per proseguire la cura del ferro, aumentando gli investimenti sulle tratte regionali e migliorando la manutenzione della rete. Con un occhio ovviamente ai pendolari.
Tutto da vedere, come accennato, il destino del matrimonio Fs-Anas, fusione voluta dal governo Renzi, che non convince né grillini né Lega. Entrambi vogliono capire sinergie, piano industriale e hanno dubbi sul concentramento di potere in una sola mega struttura. Esclusa poi la quotazione in Piazza Affari delle Frecce. Piuttosto Toninelli vorrebbe un «vero rafforzamento della capacità di progettazione di Anas». Così come si vuole porre la massima attenzione al tema delle concessioni autostradali e al rapporto tra piani tariffari e investimenti. Probabile, almeno nelle intenzioni, un tavolo per affrontare con tutte le parti in causa il problema. Da rivedere poi, ed è un altro tema centrale, il capitolo appalti pubblici, del resto già richiamato dal premier Giuseppe Conte che nel suo discorso alla Camera ha sollecitato una revisione del codice per far ripartire il settore. «Bisogna rendere la macchina degli appalti sempre più efficiente - ha spiegato Toninelli - ecco perché servirà anche uno snellimento amministrativo, per esempio sul fronte delle delibere assunte dal Cipe».
IL NODO
Sulla realizzazione della nuova ferrovia Torino-Lione le due anime del Governo giallo-verde hanno posizioni non completamente allineate e quindi le mosse del neo ministro su questo dossier sono destinate a rappresentare anche un banco di prova importante. Ma intanto al neo ministro è arrivata la mano tesa dell'ad di Ferrovie dello Stato Renato Mazzoncini, che si dice pronto ad analizzare insieme le opere, condividendo l'importanza del tema della revisione degli interventi. In particolare sulla Tav il contratto impegna il governo a «ridiscutere integralmente il progetto nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia». Una posizione attenuata rispetto a quella della prima stesura in cui si parlava di cancellazione. Proprio su quest'opera, infatti, il M5S è contrario, mentre la Lega, che a dicembre ha votato a favore del ddl di ratifica dell'accordo con Parigi, ora temporeggia.
Tra i nodi da sciogliere ci sono anche il Terzo Valico (l'alta velocità/capacità tra Genova e l'area milanese) e la Pedemontana, oltre che la Gronda genovese e il Tap, con il M5S dubbioso e Salvini che ha chiarito che tutto quello che è in opera in Veneto e in Lombardia «va avanti».

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