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Data: 06/06/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Addio a Carniti, l'ex leader Cisl protagonista nell'84 dell'accordo che bloccò la scala mobile

ROMA «È come se mancasse una parte di me». Ieri Pierre Carniti, storico leader della Cisl, è morto in ospedale a Roma. Aveva 81 anni e soffriva da tempo. Tra i numerosissimi ricordi, commenti e condoglianze, il più toccante è quello di Giorgio Benvenuto, ex leader Uil e storico collega di Carniti, ai tempi di vertenze e trattative che hanno cambiato profondamente il mondo del lavoro nel nostro Paese. Con loro c'era un altro grande del sindacato, Luciano Lama (deceduto nel 1996). A quei tempi era normale, riferendosi al sindacato, chiamarlo - come fosse una sola parola, un solo cognome - Lama-Carniti-Benvenuto. «Quando parli con le persone - ricorda oggi l'ex segretario Uil - ti guardano e ti dicono: tu sei Benvenuto, mi ricordo di voi con Carniti e Luciano Lama. E Bruno Trentin. Eravamo il simbolo del sindacato e dell'unità del sindacato».
Con la morte di Carniti se ne è andato un altro pezzo del progetto, irrealizzato, del grande sindacato unito. Carniti era nato il 25 settembre 1936 a Castelleone, un paese vicino a Cremona. La sua era una famiglia semplice, cattolica, nella quale non mancavano innesti culturali: lo zio Ettore aveva sposato la poetessa Alda Merini. Pierre iniziò a lavorare come tipografo, al sindacato si avvicinò alla fine degli anni 50. Carattere schivo ma determinato, si farà le ossa sindacalmente parlando tra i metalmeccanici. Nel 1979 diventa segretario generale della Cisl, incarico che lascerà nel 1985. Sono anni di grande fermento: il miracolo economico è già lontano, c'è la crisi e l'inflazione a due cifre. E c'è la violenza fuori e dentro le fabbriche, il terrorismo. Sono anni di sfide e di paure. Le parti sociali sono la cerniera tra le rivendicazioni operaie e la responsabilità. Nel 1975 era stato firmato l'accordo Agnelli-Lama sul punto unico di contingenza, al quale aveva contribuito anche Carniti. Nel 1980 alla Fiat vengono annunciati migliaia di esuberi e cassintegrati, inizia una lunga vertenza che si concluderà, dopo la marcia dei Quarantamila, con un sofferto accordo da parte dei sindacati. «Si trattava di gestire una sconfitta, non potevo tirarmi indietro per senso di responsabilità», racconterà poi Carniti, che lo siglò insieme a Lama e Benvenuto. Ma la sua firma più importante, accanto a quella di Benvenuto, viene apposta il 14 febbraio 1984 in calce di quello che è passato alla storia come l'accordo di San Valentino con il governo guidato da bettino Craxi, che tagliò di 4 punti la scala mobile, ponendo le basi per la successiva politica dei redditi dei primi Anni Novanta. Lama però non firmò e fu la fine del sogno dell'unità sindacale. L'anno successivo Carniti considerò chiuso il suo mandato da sindacalista. Poi fu per due volte eurodeputato prima con il Psi, poi con i Ds.
Ieri, appena si è diffusa la notizia della sua morte, oltre ai numerosissimi cordogli (a partire da quelli del capo dello Stato,della leader Cisl Annamaria Furlan e degli altri sindacati), l'aula del Senato - impegnata nelle dichiarazioni per il voto di fiducia al governo - si è fermata per un minuto di silenzio.

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