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Pescara, 24/07/2024
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Data: 07/06/2018
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
La costosa odissea quotidiana di una pendolare tra l'aquila e costa teramana «Manca corsa serale autobus, pedaggio autostrada A24 è proibitivo»

L'AQUILA - Generazioni di politici abruzzesi di ogni schieramento e blasone si prodigano da anni nell’esercizio di stile intorno alla "necessità di accorciare le distanze tra la montagna e il mare", di "unire l’Abruzzo con la cura del ferro della gomma", di "tradurre in realtà infrastrutture e trasporti adeguati", e via discorrendo.

A restituire la triste realtà dei fatti è però un semplice racconto di vita, raccolto da Abruzzoweb, di una pendolare aquilana, che come molti altri, lavora sulla costa teramana, in questo caso a Giulianova.

Una vera impresa, soprattutto per una ragione: è costretta, come altri suoi colleghi a muoversi in automobile, a costi altissimi, utilizzando una delle autostrade più care d’Italia, in quanto non ci sono corse autobus calibrate sugli orari dei lavoratori, soprattutto al ritorno.

"Se vivi a L’Aquila e non puoi trasferirti - racconta la pendolare - accettare un lavoro full time sulla costa teramana è un'impresa sovrumana. Nessun problema per il viaggio di andata, anche se devi fare una levataccia. Il problema sono le corse del ritorno. L’ultima della Tua da Giulianova per il capoluogo abruzzese parte alle ore 18.55. E si dovrebbe però sapere che in media la giornata lavorativa termina per molti di noi pendolari alle ore 20, si pensi solo a chi lavora nei negozi come commessa".

Cercando di raggiungere Pescara invece, qui l'ultima corsa Tua parte alle 19.30.

"Impensabile poi provare a raggiungere in treno L'Aquila, Bisogna arrivare a Pescara e cambiare per Sulmona, ma non si arriva in tempo per prendere l'ultimo treno per L'Aquila".

Unica alternativa, nell’Abruzzo che ancora si vanta di essere la Regione verde dei parchi, di utilizzare la propria automobile, con tutto quello che comporta anche di maggiore inquinamento.

E a costi elevatissimi, visiti i pedaggi della Strada dei Paerchi aumentati a gennaio, per l'ennesima volta, senza che sia stata dato ancora seguito alla promessa di riduzioni del salasso almeno per i pendolari.

"L’autostrada A24, è quasi inutile ricordalo, è costosissima, - prosegue la pendolare - da Giulianova a L’Aquila est di pedaggio se ne vanno 12 euro al giorno per l'andata e il ritorno. Poi ci devi mettere il carburante e anche se hai un'utilitaria di piccola cilindrata, e stati attenta a non premere torrpo sull'accelleratore, in totale fanno 600 euro al mese, che è più della metà di uno stipendio medio".

Con l’autobus il discorso sarebbe diverso: per i pendolari ci sono abbonamenti che permetterebbero di dimezzare i costi di viaggio. E vuoi mettere anche la possibilità di riposare durante il viaggio, che questa opzione permetterebbe.

La pendolare automunita, suo malgrado, rivela anche che "sono sempre di più i colleghi che utilizzano la viabilità minore, le statali provinciali, pur di risparmiare un po’ di soldi evitando l’autostrada, ma questo aumenta ulteriormente la durata del viaggio, e anche i rischi. E fa davvero riflettere che l’autostrada realizzata con i soldi di generazioni di italiani, e poi data in gestione ad un privato, di fatto è diventata per molti un lusso".

Nessuno ha calcolato il numero di incidenti stradali che hanno visto come protagonisti e vittime i pendolari, stremati dalla loro vita al volante. E quanto ciò è costato anche in termini di servizi sanitari. Nessuno ha calcolato quanto costa in termini di produttività, dinamismo sociale, e attrattività turistica questa mancanza di collegamenti pubblici tra le aree interne e la costa.

“Dicono che l’Abruzzo ha avuto il merito di mantenere in house il trasporto pubblico locale. Pagato dunque con le nostre tasse. Però di fatto chi come me le tasse le paga fino all’ultimo centesimo, da tutto ciò non trae nessun beneficio. Ritengo che nel novero dei servizi pubblici essenziali dovrebbe essere prevista tra la costa teramana e L’Aquila una corsa serale, anche una sola, che parta non prima delle ore 20. So con certezza che si riempirebbe di pendolari come me, ignorati da tutti", conclude la pendolare.

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