L'AQUILA Un residente su cinque a rischio povertà, più di uno su dieci che vive in una situazione di grave deprivazione materiale. È la fotografia di una regione «fragile», nella quale «il gap nella distribuzione del reddito aumenta a svantaggio della frangia più povera della popolazione» quella che scatta il Cresa, per bocca del suo presidente, Lorenzo Santilli. Il report ABruzzESi, relativo al focus sul benessere economico e soggettivo, descrive un territorio che non ha ancora agganciato la ripresa e si attesta di poco al di sopra delle soglie del Mezzogiorno. Il reddito disponibile pro capite ammonta in regione nel 2015 a 15.608 euro, che corrisponde all'89% del reddito medio nazionale (17.826) ed è superiore al solo valore relativo al Mezzogiorno. L'Abruzzo si colloca al 13° posto della classifica delle regioni italiane. Rispetto all'anno precedente il reddito pro capite aumenta dell'1,8%, assai più che a livello Italia (0,9%). La crescita del reddito disponibile non ha modificato la disuguaglianza nella sua distribuzione: nel 2015 il rapporto tra il reddito percepito dal 20% della popolazione con i redditi più alti e il 20% con quelli più bassi è pari nel 2015 a 5,0, contro una media Italia del 5,8 ed Europa del 5,2. A preoccupare è l'aumento che la sperequazione nella distribuzione del reddito ha fatto registrare in regione dal 2004 al 2015: la differenza è cresciuta dello 0,8% contro un aumento medio nazionale dello 0,2% e ripartizionale dello 0,3%. La diseguaglianza nella distribuzione del reddito comporta anche un elevato rischio di povertà, con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano. L'Abruzzo, con il 21,7% della popolazione a rischio di povertà, si colloca al di sopra della media nazionale (19,9%) e si posiziona al 13/o posto della graduatoria delle regioni italiane aperta dalla Valle d'Aosta (7%) e chiusa dalla Sicilia (42,3%).
GLI ALTRI INDICATORI
Si considerano in situazione di grave deprivazione materiale le persone che vivono in famiglie che hanno almeno quattro dei nove seguenti problemi: non poter sostenere spese impreviste di 800 euro; non potersi permettere una settimana di ferie l'anno; avere arretrati di mutuo, affitto, bollette o altri debiti come gli acquisti a rate; non potersi permettere un pasto adeguato ogni due giorni; non poter scaldare adeguatamente l'abitazione; non potersi permettere una lavatrice oppure un televisore a colori o un telefono o un'automobile. L'11,1% dei residenti, percentuale leggermente inferiore alla media nazionale (11,5%) e in forte aumento rispetto all'anno precedente (9,5% nel 2015 e 8,6 nel 2014) soffre di gravi carenze materiali e l'Abruzzo si posiziona al 13° posto. Per quanto riguarda la valutazione soggettiva della difficoltà, data dalla quota di famiglie che dichiarano di arrivare a fine mese con grande difficoltà, si osserva che nel 2015 essa riguarda il 21,3% della popolazione residente in famiglia, valore che posiziona l'Abruzzo al 16esimo posto.