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Pescara, 24/07/2024
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Data: 07/06/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Un abruzzese su 5 rischia la povertà. Ricchi e indigenti, cresce il divario: c'è chi fa un pasto adeguato solo ogni due giorni e chi non ha soldi per riscaldare casa

PESCARA In Abruzzo quasi una persona su cinque è a rischio povertà, una persona su dieci versa in condizioni di grave deprivazione materiale, ma una su quattro è ottimista per quanto riguarda il futuro e il 43% è soddisfatto della propria vita. Sono alcuni dei "numeri" di "Temi e problemi", il report del Cresa, che dopo salute, istruzione, formazione e qualità del lavoro, affronta il tema del reddito disponibile e della distribuzione della ricchezza.
IL PRESIDENTE. «La situazione che ne emerge», osserva Lorenzo Santilli, presidente del Cresa, «è quella di una regione fragile, nella quale il gap nella distribuzione del reddito aumenta a svantaggio della frangia più povera».
IL REDDITO. I dati presi in esame si riferiscono al 2015, quando il reddito disponibile pro capite ammontava a 15.608 euro, che corrisponde all'89% del reddito medio nazionale (17.826), e che pone l'Abruzzo al 13° posto della classifica che vede in testa il Trentino. Il reddito medio degli abruzzesi, tuttavia, è superiore al valore del Mezzogiorno. Rispetto all'anno precedente il reddito pro capite è però aumentato dell'1,8%. In Italia, invece, è cresciuto solo dello 0,9%.
LA DISUGUAGLIANZA. L'Abruzzo è all'11° posto delle regioni virtuose, quelle dove c'è minore sproporzione tra il reddito percepito dalle varie fasce della popolazione. A preoccupare, tuttavia, è l'aumento che la sperequazione nella distribuzione del reddito. Ne consegue che un numero sempre crescente di abruzzesi ha visto abbassarsi drasticamente il proprio tenore di vita: dal non potersi più permettere un'abitazione adeguata, al non poter fronteggiare una spesa imprevista di 800 euro, a non potersi più permettere una settimana di ferie lontano da casa.
LA POVERTÀ NERA. Tutto questo è niente, rispetto alla percentuale di popolazione che non riesce più a pagare il mutuo, l'affitto, le bollette, che non può più permettersi un pasto adeguato ogni due giorni, cioè con proteine della carne o del pesce (o equivalente vegetariano), che non riesce più a scaldare adeguatamente l'abitazione, che non ha la lavatrice, il televisore a colori, il telefono e l'automobile. «La diseguaglianza nella distribuzione del reddito», osserva il Cresa, «comporta anche un elevato rischio di povertà. Si considerano a rischio di povertà le persone con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano. L'Abruzzo, con il 21,7% della popolazione a rischio di povertà, si colloca al di sopra della media nazionale (19,9%) e si posiziona al 13° posto della graduatoria delle regioni italiane aperta dalla Valle d'Aosta (7%) e chiusa dalla Sicilia (42,3%)».
LA CASA. Per quanto riguarda il sovraffollamento abitativo e la carenza di alcuni servizi essenziali nell'abitazione (problemi strutturali, mancanza di luce e/o di acqua corrente) si fa riferimento al dato del 2013 nel quale alla regione viene attribuito il valore di 7,1%, inferiore al dato medio nazionale dell'8,8%. L'Abruzzo si posiziona al 5° posto delle regioni più virtuose preceduto solo da Friuli-Venezia Giulia, Basilicata, Lombardia e Piemonte.
IL LAVORO. Il disagio economico che caratterizza la regione sembra legato anche alla difficoltà per le famiglie e gli individui ad entrare e permanere nel mondo del lavoro. Un'altra misura dello stato di necessità in cui le famiglie possono trovarsi è, infatti, data dalla bassa intensità lavorativa familiare. Il dato regionale mostra che l'11,8% delle persone con meno di 60 anni vive in famiglie nelle quali le persone in età lavorativa hanno lavorato per meno del 20% del loro potenziale. L'Abruzzo si colloca al 14° posto tra le regioni italiane (1° posto il Trentino-Alto Adige con 4,3%; ultimo posto la Sicilia con 28,3%), poco al di sotto della media nazionale (11,7%), in aumento rispetto al 2004 di 3,8 punti percentuali (Italia: 0,6 punti percentuali).
MA C'È CHI È SODDISFATTO. «Alla determinazione dal livello di soddisfazione per la vita complessivamente intesa», spiega il Cresa, «concorre una pluralità di elementi di natura materiale e immateriale: la condizione economica, la salute, ma anche aspetti relazionali e culturali. In Abruzzo il 43% del campione si è detto soddisfatto della propria vita, il 66% è contento del proprio tempo libero, il 26,7% ha espresso un giudizio positivo sulle prospettive per il futuro. Il 15 per cento al contrario, si è detto preoccupato per quello che riserva l'avvenire.

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