ROMA La flat tax continua ad essere uno scoglio scivoloso per il governo giallo-verde. A scatenare una nuova polemica - questa volta con l'opposizione - sono le parole pronunciate da Matteo Salvini di prima mattina su Radio Anch'io. Nello spiegare i benefici di una misura che il Carroccio considera una bandiera, dice che «l'importante è che ci guadagnino tutti». Ma poi, incalzato sul rischio di iniquità di questa riforma fiscale, aggiunge: «Se uno fattura di più e paga di più è chiaro che risparmia di più, reinveste di più, assume un operaio in più, acquista una macchina in più e crea lavoro in più«. Una dichiarazione che è stata giornalisticamente sintetizzata con «è giusto che chi guadagna di più paghi meno tasse».
Per la sinistra, che sin dalla campagna elettorale denuncia come la tassa piatta finisca per favorire i più abbienti, di fatto penalizzando chi già guadagna meno, diventa un'occasione imperdibile per rilanciare la propria battaglia. «Finalmente hanno detto la verità. A questo serve l'annunciata rivoluzione fiscale, a far guadagnare chi è più ricco. A danno di tutti gli altri», secondo Matteo Orfini. Seguono commenti più o meno dello stesso tenore di molti esponenti dem. Sintetizza il reggente, Maurizio Martina: «Ecco il governo di destra. Salvini annuncia oggi una controriforma a favore dei più ricchi, dove chi ha di più paga di meno. Noi su questo daremo battaglia». A mettere nel mirino le parole del vice premier, ma più in generale la flat tax, sono anche i parlamentari di Leu, come Roberto Speranza. «Poi ci dicono che non c'è differenza tra destra e sinistra. La differenza esiste eccome. Per noi chi ha di più deve pagare di più, chi ha di meno deve pagare di meno. Si chiama progressività. È l'articolo53 della nostra Costituzione».
Una polemica che monta al punto che lo stesso Matteo Salvini è costretto a intervenire nuovamente per precisare il suo pensiero e spiegare che «l'obiettivo è aiutare tutti e che tutti paghino meno» sia «chi guadagna di meno che chi guadagna di più». «Invece di punire chi ha successo nell'impresa e costringerlo a scappare o non assumere, noi vorremmo aiutare tutti», «anche un bimbo di 5 anni arriva a intuire che chi fattura di più risparmia di più e reinveste di più».
DEDUZIONI PROGRESSIVE
Dall'altra parte dell'opposizione, Forza Italia pungola la Lega perché quella misura venga realizzata come da programma del centrodestra. «Il tema non è se sia giusta o sbagliata, ridurre le tasse è certamente giusto. Il tema è quando la si fa, per chi la si fa e con quali soldi la si fa», spiega il governatore della Liguria, Giovanni Toti.
I contorni della misura non sono stati ancora precisati, anche se si parla in realtà non di aliquota unica, come la flat tax dovrebbe essere, ma di due aliquote al 15% e al 20%. Salvini spiega che per garantire la progressività «ci sono le deduzioni, che garantiranno a chi oggi non paga di continuare a non pagare». Per i single con redditi sui 30.000 euro il passaggio dall'Irpef attuale al nuovo sistema comporterebbe un risparmio di circa il 9%, che salirebbe al 15% a 50.000 euro di reddito e al 19% a 80.000 euro. Per le famiglie monoreddito con un figlio il risparmio sarebbe del 7,7% a 30.000 euro, del 15% a 50.000 e del 19% a 80.000, fino ad arrivare a superare il 20% oltre i 300.000 euro. Per le famiglie con due redditi e un figlio i risparmi rispetto al sistema attuale inizierebbero invece sopra i 40.000 euro, con un aggravio fiscale inferiore dell'1,6% rispetto al sistema in vigore. Si arriverebbe quasi al 12% con un reddito famigliare complessivo di 80.000 euro e al 16% con 200.000 euro.