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Data: 07/06/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Salvini, flat tax è meglio per tutti «Si paga di meno», ma è polemica. Il ministro: più soldi nelle tasche dei contribuenti significano più investimenti e più consumi. I social si scatenano, i Dem attaccano: «Finalmente la verità, favoriti i ricchi a scapito dei poveri»

Ormai basta nominarla per scatenare le polemiche. Uno dei provvedimenti economici più attesi del governo Conte, la riforma fiscale o flat tax che dir si voglia, rimane ancora vaga nei suoi contorni e nella sua tempistica, probabilmente dilazionata nel tempo, ma la domanda che ogni giorno tutti si pongono resta sempre la stessa: una volta approvata chi ci guadagnerà? A rispondere stavolta non sono stati istituti di studi o tecnici, ma Matteo Salvini. A guadagnarci saranno tutti, ha assicurato il ministro dell'Interno che però, sollecitato appositamente dagli ascoltatori di Radio Anch'io, ha aggiunto una frase in più, scatenando polemiche e successive necessarie precisazioni. «Se uno fattura di più e paga di più è chiaro che risparmia di più, reinveste di più, assume un operaio in più, acquista una macchina in più e crea lavoro in più», ha detto il vicepremier. Parole sintetizzate sui siti e sui social con «è giusto che chi guadagna di più paghi meno tasse». E' stata proprio questa interpretazione che ha sollevato un polverone, soprattutto nelle file del Pd e tra chi, da tempo, sostiene che la flat tax alla maniera della Lega non farà che favorire i ceti più ricchi penalizzando invece le fasce meno abbienti di contribuenti. «Finalmente hanno detto la verità. A questo serve l'annunciata rivoluzione fiscale, a far guadagnare chi è più ricco. A danno di tutti gli altri», ha twittato Matteo Orfini, seguito da uno stuolo di deputati e senatori dem. A replicare ci ha pensato lo stesso Salvini, che ha chiarito il suo pensiero: «L'obiettivo è aiutare tutti e che tutti paghino meno: chi guadagna di meno e chi guadagna di più. Invece di punire chi ha successo dell'impresa e costringerlo a scappare o non assumere, noi vorremmo aiutare tutti, chi guadagna di meno e chi guadagna di più. E' chiaro ed evidente - ha insistito - che chi guadagna di più avrà più soldi da investire». Ed anche il premier, Giuseppe Conte, nella sua replica alla Camera ha ritenuto necessario intervenire, ribadendo il principio di progressività ed annunciando ufficialmente che, proprio per salvaguardare i più deboli, sarà garantita la no tax area. Secondo i calcoli del Sole 24 Ore, con l'applicazione del nuovo sistema a due aliquote (15% fino a 80.000 euro di reddito famigliare e 20% oltre tale soglia, prevedendo una salvaguardia per chi con il nuovo sistema andrebbe a perdere) per ogni tipologia di contribuente il risparmio fiscale crescerebbe con il reddito. Per i single con redditi sui 30.000 euro il passaggio dall'Irpef attuale al nuovo sistema comporterebbe un risparmio di circa il 9%, che salirebbe al 15% a 50.000 euro di reddito e al 19% a 80.000 euro. Per le famiglie monoreddito con un figlio il risparmio sarebbe del 7,7% a 30.000 euro, del 15% a 50.000 e del 19% a 80.000, fino ad arrivare a superare il 20% oltre i 300.000 euro. Per le famiglie con due redditi e un figlio i risparmi rispetto al sistema attuale inizierebbero invece sopra i 40.000 euro, con un aggravio fiscale inferiore dell'1,6% rispetto al sistema in vigore. Si arriverebbe quasi al 12% con un reddito famigliare complessivo di 80.000 euro e al 16% con 200.000 euro.

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