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Pescara, 24/07/2024
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Data: 07/06/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Ponte chiuso, bus si ferma. Pendolari lasciati a piedi. Proteste nella valle del giovenco

BISEGNA Pendolari lasciati a piedi perché il bus della Tua non può attraversare un ponte. È accaduto ieri mattina e l'episodio è stato denunciato dai passeggeri del pullman delle 7.10 che da Avezzano doveva raggiungere Ortona dei Marsi. La corsa, all'altezza di Pescina, è stata deviata verso Gioia dei Marsi. Lo stop è stato causato dalla chiusura del ponte sul Giovenco, lungo la Provinciale 17 del Parco nazionale d'Abruzzo, ai mezzi con portata superiore alle 3,5 tonnellate. Un provvedimento adottato dalla Provincia, su disposizione del dirigente Francesco Bonanni, in quanto il ponte mostra dei cedimenti di alcuni elementi strutturali. La Provincia ha annunciato «approfondimenti al fine di poter adottare adeguati provvedimenti». Ma intanto ieri c'è stato lo stop ai bus, con inevitabili proteste da parte dei viaggiatori e dei sindaci di Ortona dei Marsi e di Bisegna, Manfredo Eramo e Antonio Mercuri. Sul caso sono intervenuti gli esponenti del Movimento 5 Stelle. «Non possono sempre essere i cittadini a rimetterci», sottolineano il deputato Fabio Berardini, originario di San Sebastiano dei Marsi, la senatrice Gabriella Di Girolamo e il consigliere regionale Gianluca Ranieri, «l'interruzione ai mezzi pesanti crea non pochi disagi a chi quel tratto lo deve percorrere per lavoro o per esigenze improrogabili. L'ordinanza di interruzione è una mossa preventiva che mette al sicuro i cittadini. Ma il servizio pubblico in quella tratta va garantito: una soluzione potrebbe essere l'utilizzo di mezzi provvisori sotto le 3,5 tonnellate oppure, qualora ci fosse la possibilità e non fosse riscontrato un pericolo per i passeggeri, effettuare il passaggio in senso unico alternato. È impensabile che in un tratto di strada che costituisce l'unico collegamento, per una vasta area interna, con servizi vitali per i cittadini, sia interrotto il servizio pubblico di trasporti creando non solo disagio ma vera emergenza sociale ed economica. Oltre a una soluzione tampone immediata, chiediamo tempi brevi, oltre che certi, di intervento»

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