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Data: 07/06/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Honeywell manda a casa 263 dipendenti. Partite le lettere di licenziamento per i lavoratori rimasti. L'azienda conferma l'impegno per la riconversione del sito

ATESSA Sono partite ieri le lettere di licenziamento per i dipendenti Honeywell, la fabbrica di turbocompressori che ha cessato le attività lo scorso 5 marzo per delocalizzare in Slovacchia. L'azienda lo ha comunicato con una lettera inviata direttamente al funzionario del ministero dello Sviluppo economico, Giampietro Castano, e per conoscenza al vicepresidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli e alle organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm. Al tavolo interministeriale di lunedì scorso alla multinazionale americana erano state date 48 ore di tempo per rispondere in merito alla richiesta dei sindacati di far rimanere i dipendenti agganciati al salario per altri mesi (fino a febbraio 2019) anche in mancanza dell'erogazione della cassa integrazione straordinaria. Il niet non si è fatto attendere, una circostanza drammatica che, tuttavia, era nell'aria.«Non si ritiene possibile procastinare ulteriormente il recesso del rapporto di lavoro», scrive la Honeywell al Mise, «ci permettiamo di segnalare che già due volte l'azienda ha posticipato tale termine, in attesa di un riscontro definitivo sulla eventuale concessione della Cigs». Ai dipendenti sarà riconosciuta solo la quota contributiva delle due mensilità anticipate dall'azienda, e non quella retributiva che dovrà essere restituita. Ora la parola spetta al Governo che dovrà decidere cosa fare in merito alla risposta della Honeywell. In totale da domani saranno 263 i dipendenti licenziati, 65 sono già andati via e nove resteranno ancora per qualche mese per le attività di dismissione dello stabilimento. «In linea con l'intenzione di ristrutturare la Honeywell Garrett Italia srl. nel secondo trimestre del 2018 e come comunicato alle organizzazioni sindacali e alle istituzioni italiane a novembre 2017», si legge in una nota aziendale, «Honeywell conferma di aver avviato le procedure per la chiusura dello stabilimento di Atessa. L'azienda ha presto questa difficile decisione per problemi legati alla sovraccapacità e alla competitività che perdurano da diversi anni a causa del declino dei motori diesel e della crescente concorrenza internazionale. Nel corso dei mesi passati Honeywell ha proseguito il dialogo con i rappresentanti dei propri dipendenti -iniziato al Mise- per identificare la migliore soluzione in grado di minimizzare l'impatto sugli interessati. L'azienda ha confermato la propria volontà di portare avanti il percorso di reindustrializzazione annunciato, insieme ai sindacati».

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