ATESSA Addio Honeywell. Da domani tutti i lavoratori fuori. Si chiude così, drasticamente, in Val di Sangro, la storia dello stabilimento dei turbo, per decenni fiore all’occhiello a livello internazionale. Una sconfitta, della politica prima di tutto, che non è riuscita ad evitare il drammatico epilogo. A nulla sono serviti riunioni su riunioni a Roma, l’intercessione del governo, il tavolo delle trattative.
I LICENZIAMENTI Le lettere di licenziamento, per 300 lavoratori, sono partite l’altro ieri. Temute sì, ma inattese. C’era ancora la speranza, da parte dei sindacati, di poter trattare. E invece «non è possibile procrastinare ulteriormente il recesso dal rapporto di lavoro. Ci permettiamo di segnalare, a riguardo, che già due volte l’azienda ha posticipato tale termine, in attesa della concessione della cassa integrazione straordinaria». Invece con poche righe, in una nota inviata al ministero dello Sviluppo economico, al vice presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli e a Fiom, Fim e Uilm, la Honeywell Transportation System ha comunicato la cessazione definitiva della produzione nella fabbrica di Atessa. «L’ultimo giorno di lavoro per queste persone - ha ancora scritto - sarà l’8 giugno».
LA DECISIONE La decisione è stata presa dalla multinazionale americana dopo che il 4 giugno il Ministero del Lavoro, in una riunione al Mise, aveva confermato l’impossibilità di concedere la cassa integrazione straordinaria. «Era stato chiesto a Honeywell di non procedere con il licenziamento immediato, ma di temporeggiare per alcuni mesi in maniera da permettere al tavolo ministeriale di muoversi con maggiore serenità sul percorso di reindustrializzazione. Non ha atteso, dando il benservito ai lavoratori. Un atto ignobile che fa nuovamente emergere il disvalore di un’azienda a totale vocazione al profitto, priva di sensibilità sociale e senza una predisposizione alla contrattazione », afferma Davide Labbrozzi, segretario Fiom Chieti. «Con questo atto - dice Nicola Manzi, coordinatore regionale della Uilm Abruzzo - finisce drammaticamente la storia e l’esperienza Honeywell. Ora si spera nella riconversione del sito per recuperare il 30% dei posti di lavoro».
MINISTRO DI MAIO Di «grave decisione», invece, parla la Fim Cisl, il cui segretario nazionale, Ferdinando Uliano, chiede al ministro Luigi Di Maio una «convocazione urgente » presso il Mise.