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Pescara, 24/07/2024
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Data: 09/06/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Amazon dovrà assumere 1.300 precari. L’ispettorato del Lavoro ha rilevato che il colosso americano ha superato il tetto dei “somministrati”. `I dipendenti reclutati attraverso le agenzie interinali potranno chiedere l’assunzione a tempo indeterminato

ROMA Alla fineAmazon inciampa sull’Ispettorato del Lavoro. La multinazionale statunitense, leader mondiale del commercio on line con un fatturato di 60 miliardi di dollari, dovrà infatti assumere a tempo indeterminato 1.300 lavoratori interinali utilizzati oltre i limiti consentiti dalla legge italiana. Si chiude dunque con una stangata l’indagine aperta 6 mesi fa dal ministero per verificare la correttezza nella gestione dei cosiddetti «rapporti di somministrazione ». Gli ispettori hanno stabilito che la Internet company ha utilizzato, nel periodo luglio- dicembre 2017, lavoratori somministrati oltre i limiti quantitativi individuati dal contratto collettivo. «A fronte di un limite mensile di 444 contratti di somministrazione attivabili – si legge nel dispositivo messo nero su bianco dall’Ispettorato – c’è stato un eccesso di 1.308 contratti». I titolari di quegli accordi, firmati attraverso le agenzie interinali alle quali si affida Amazon per reclutare il personale, potranno dunque richiedere di essere assunti. Non solo: l’azienda di Seattle sarà obbligata a regolarizzare i precari in forma retroattiva, dal primo giorno del contratto di somministrazione. Come a dire che scatteranno anche gli arretrati salariali e contributivi mai versati. LA POSIZIONE Fonti dell’azienda spiegano che nel centro di distribuzione di Castel San Giovanni, attiva dal 2011, in 6 anni sono stati assunti a tempo indeterminato 1.600 persone. Eche presto si risponderà a tutte le osservazioni. Ma, evidentemente, gli ispettori del Lavoro hanno provato che sono stati violati i limiti di normativi sul rapporto tra dipendenti e interinali. Nel settore logistica, dovrebbe essere del 38%, il che significa che i dipendenti diretti dovrebbero essere più del doppio degli interinali. Soddisfatti i sindacati. «La sentenza è un successo dell’impegno dei lavoratori. Anche nell’era 4.0, il mondo del lavoro unito vince» ha esultato il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. «L’esito dell’ispezione conferma alcune preoccupazioni che abbiamo sul modello Amazon: anche il nuovo lavoro, legato al digitale, ha dei limiti. E così si scopre che in molti casi il tasso di sfruttamento della forza lavoro è alto» ha spiegato la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti. La quale, invocando, l’immediata stabilizzazione dei precari, ha chiamato in causa le agenzie che, materialmente, si occupano della busta paga degli interinali. Tecnicamente, infatti, Amazon si limita a riconoscere alle agenzie una cifra per ogni lavoratore (di regola intorno al doppio del salario) e la spesa include i contributi, il premio Inail e altre voci. La tegola giudiziale, per Amazon, è stata comunque meno grave di quanto temuto. L’ispettorato ha infatti archiviato la parte del dossier che riguardava la presunta violazione in tema di controllo a distanza dei lavoratori. Lo scorso anno Amazon Italia era stata al centro delle polemiche per l’utilizzo di braccialetti informatici per il controllo a distanza e il miglioramento della ricerca dei pacchi da parte dei dipendenti. Su questo aspetto non è arrivata alcuna censura. «In esito ad altri profili oggetto di accertamento – ha spiegato la nota dell’Ispettorato - non sono emerse irregolarità».

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