Lotta agli sprechi e contrasto alla corruzione per prima cosa, poi segue tutto il resto. Nella prima intervista da ministro Danilo Toninelli, big del movimento 5 Stelle, il marchio di fabbrica del partito/movimento, capace di raccogliere il 32% dei consensi e diventare prima forza politica del paese, occupa il primo posto.
Dopo l'immancabile richiamo ai principi fondativi del movimento, Toninelli, stimolato dall'autore dell'intervista Lucio Cillis, allarga lo spettro e aggiunge gli altri punti della sua azione di governo: "attenzione sempre maggiore alla project review, rafforzamento della logistica e della intermodalità, più investimenti per la cura del ferro, soprattutto al Sud, mobilità pulita e dolce".
Certo è che sul suo tavolo troverà una quantità di dossier aperti da far tremare i polsi anche al più navigato dei ministri.
Infatti, come prima "grana", la tav Torino-Lione, con i grillini da sempre risolutamente contrari all'opera e lo stato avanzato dei lavori: Nella polemica con il governatore del Piemonte(favorevole all'opera) il neo ministro arriva ad ipotizzare che su quella linea «Potrebbe non passare mai un treno». Schermaglie, certo, ma che indicano lo spirito dell'attuale inquilino del Mit.
A seguire, poi, l'altro caso spinoso: Alitalia. Sulla compagnia di bandiera Toninelli, oltre ad annunciare l'estromissione di Enrico Laghi (scelto dal Mef lo scorso 2 maggio 2017 come commissario straordinario)che, per il neo ministro, è "in evidente conflitto di interessi", Toninelli illustra la sua ricetta: «Sicuramente bisogna evitare uno spezzatino. È inconcepibile vedere un vettore come Alitalia in queste condizioni quando ovunque il mercato cresce e le compagnie hanno floridi fatturati. L'Italia merita di meglio. L'intervento pubblico, di fatto già in essere con il commissariamento e il prestito ponte, non può essere escluso, ma in una logica di rilancio industriale cui può affiancarsi un partner forte. Certamente potranno aiutarci commissari non in conflitto di interessi».
Poi, come da tradizione consolidata per tutti gli occupanti il ministero delle Infrastrutture, non poteva mancare il richiamo alla "cura del ferro. Dice il ministro: «La cura del ferro, soprattutto al Sud, sarà uno dei punti cardine della nostra azione. Bisogna avvicinare le varie aree del Paese. E non parlo solo di Alta velocità. C'è il tema delle ferrovie regionali e del Tpl. I pendolari e chi si sposta all'interno delle grandi città hanno diritto a un servizio ecisamente migliore. Senza dimenticare il grande sforzo di Rfi nella manutenzione della rete, soprattutto in termini di maggiore sicurezza. Tanto si è fatto, ma tanto bisogna ancora fare».
Infine, chiude l'intervista, la questione degli appalti. Afferma Toninelli: «Il Codice degli appalti può apparire un po' rigido perché si è tentato di mettere fuori gioco la corruzione. Ovviamente, i problemi ci sono e vedremo come ovviare per tenere assieme legalità e semplificazione. Di sicuro bisogna collegare meglio la fase della programmazione e della definizione degli obiettivi con il lavoro progettuale delle stazioni appaltanti. E poi bisogna snellire il fronte amministrativo, penso soprattutto al Cipe».