ABRUZZO. Il consigliere regionale Donato Di Matteo ha presentato al presidente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio una interpellanza per la tutela dei lavoratori subordinati e dei livelli occupazionali della Società Sistema Srl e per la gestione del procedimento finalizzato alla composizione della crisi aziendale.
Nell’interpellanza Di Matteo si è focalizzato sulla posizione dell’avvocato Roberto Serafini, commissario liquidatore della società Sistema Srl e sulla eventuale compatibilità della nomina con il successivo incarico conferitogli.
L’avvocato Serafini ha infatti ricoperto, nella fase immediatamente precedente la nomina di commissario, anche l’incarico di vice sindaco del Comune di Ortona.
«Vista la nuova normativa complessa nella sua totalità e approvata di recente non sappiamo quali passaggi siano stati compiuti per verificarne la compatibilità del ruolo di liquidatore di una società pubblica», specifica Di Matteo.
«Nulla da dire contro lo stimato professionista, ma prima di avanzare i licenziamenti dei dipendenti chiedo, che vengano bloccate tali procedure, che siano effettuate le dovute verifiche sul percorso effettuato e sulla sua individuazione di commissario liquidatore».
Di Matteo ricorda che proprio l’atto di licenziamento di Sistema Srl del direttore generale Sergio Colantonio, durante la precedente amministrazione regionale, fu impugnato e che l’azienda fu costretta ad un cospicuo esborso riparatore.
Ci sarebbe inoltre una discrasia, continua l’esponente della maggioranza, per la gestione politica garantita e il riassorbimento e la tutela dei lavoratori.
«Restano delle dissonanze sui punti presentati in aula che appunto non tutelano il futuro dei lavoratori, già penalizzati dalla mancanza di stipendio da cinque mesi. I punti in questione non garantiscono i posti di lavoro, nonostante le rassicurazioni dei mesi scorsi da parte dell’azienda e del presidente della giunta regionale», prosegue l’assessore.
Secondo Di Matteo gli organi di governo regionale e la TUA Spa, nonostante la discussione in aula nello scorso consiglio regionale, non avrebbero tenuto in debita considerazione il know-how custodito dalle maestranze lavorative, rinunciando di fatto non solo alla loro tutela ma anche alle loro potenzialità inserite nel contesto pubblico, in definitiva a danno di quest’ultimo.
«Con il loro licenziamento si vuole disconoscere anche il percorso effettuato dall’azienda in questi anni. Una operazione che si sta ripetendo da parte di questa amministrazione regionale anche in altri settori, ma se con la chiusura di alcune aziende pubbliche è stato previsto il riassorbimento dei dipendenti, in questo caso non è chiaro perché questi lavoratori debbano tornare a casa. Torno a ribadire la necessità di una soluzione urgente per i lavoratori e per le gravi conseguenze che tale situazione determinerà nel settore dei trasporti e nell’economia regionale».