ROMA Cresce ancora la Lega, che trascina il centrodestra facendo il pieno soprattutto nel nord-est, rallenta il Movimento 5 Stelle che perde i due Municipi della Capitale ieri al voto, entrambi con governi uscenti pentastellati, confermando le abituali difficoltà grilline nelle amministrative. In una tornata elettorale caratterizzata da un nuovo calo dell'affluenza di oltre sei punti percentuali, il Pd rischia di perdere molti dei 14 capoluoghi (sui venti in cui si è andati ieri a votare) in cui governava, secondo i primi dati dello spoglio che è andato avanti nella notte. I dem però conferano al primo turno il sindaco di Brescia Emilio Del Bono. Il Carroccio punta invece al successo senza ballottaggio a Treviso e si avvicina alla maggioranza assoluta in altri capoluoghi, come Vicenza e Terni.
L' ANDAMENTO
L'affluenza è stata in calo - pur considerando che alle amministrative i votanti sono generalmente il 20 per cento in meno delle politiche - passando dal 66,40 per cento delle precedenti comunali al 60,05. In controtendenza la Sicilia, dove nei 138 Comuni interessati ha votato il 56,44 per cento degli aventi diritto: erano stati il 47,64 per cento nel 2013. Il ballottaggio nei comuni con più di 15 mila abitanti si svolgerà domenica 24 giugno. Quasi 7 milioni di italiani erano complessivamente chiamati alle urne per eleggere i sindaci di venti comuni capoluogo e di altri 741 città, oltre ai due Municipi di Roma, uno dei quali è stato conquistato dal centrosinistra al primo turno. A rilento gli scrutini in Sicilia.
LO SCONTRO
Ieri Matteo Salvini ha invitato i cittadini a votare il suo partito, la Lega, facendo scattare le accuse di silenzio elettorale violato con alcuni esponenti del Pd che hanno evocato persino una richiesta di dimissioni. Anche l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, è apparso in tv per un'intervista alla trasmissione Mezz'ora in più. Salvini su Twitter ha augurato «buon voto a tutti i cittadini». «Se poi arriveranno tanti voti per la Lega - ha aggiunto - sarà un bel segnale politico a chi fa cortei al grido di Salvini assassino bruciando le nostre bandiere»; un riferimento a quanto accaduto a Milano, dove i centri sociali hanno bruciato un vessillo del Carroccio. La replica, puntuta, arriva dal Pd: «Trovo sinceramente vergognoso - ha detto Franco Mirabelli, vicecapogruppo Dem in Senato - che il ministro dell'Interno, che dovrebbe garantire l'imparziale e corretto svolgimento delle elezioni, continui a fare campagna elettorale». Criticata anche la decisione del ministro dell'Interno di non far approdare in Italia la nave Acquarius. Diversi esponenti Dem, a partire dal segretario Maurizio Martina, e di Leu (con Pietro Grasso, Laura Boldrini e Loredana De Petris) si sono schierati contro il Viminale.
Il Carroccio allarma M5S ma regge l'asse giallo-verde
ROMA Di nuovo alle urne, dopo appena tre mesi, per sette milioni di italiani. Non certo un test per il governo che si è insediato solo da pochi giorni, piuttosto la conferma del trend elettorale di marzo. Almeno così sperano Lega e M5S e temono al Nazareno, visto che il Pd governa quattordici dei venti comuni e ora rischia perderli magari proprio al ballottaggio.
LA FINE
Se le difficoltà della sinistra sono note, è interessante vedere se poi l'alleanza giallo-verde tra M5S e Lega reggerà alla prova del secondo turno. Ovvero se i voti dell'uno finiranno sull'altro pur di impedire al Pd di vincere. Al primo turno di ieri i candidati di Salvini e Di Maio si sono presentati quasi ovunque come rivali, ma sarà interessante valutare tra quindici giorni quale orientamento daranno al proprio elettorato qualora dovesse solo uno dei due arrivare al ballottaggio. Il M5S sembra pagare la difficoltà che riscontra alle amministrative di presentarsi con una sola lista quando invece gli altri candidati ne hanno come minimo quattro o cinque.
Resta il fatto che, tanto per alimentare i sospetti su possibile desistenze, a Vicenza e Siena il M5S non ha nemmeno presentato il proprio candidato, ma mentre nella città del Monte dei Paschi la sinistra potrebbe reggere, Vicenza potrebbe finire al centrodestra relegando la sinistra in Veneto alle sole città di Padova e Belluno. Se verranno confermati i dati del 4 marzo i grillini potrebbero portare a casa una decina di comuni importanti mentre cinque anni fa riuscirono a vincere solo a Ragusa. Sulla carta in Sicilia il M5S dovrebbe fare il pieno dopo le percentuali di tre mesi fa. A Siracusa e Trapani non ci dovrebbe essere partita visto che i grillini il 4 marzo hanno avuto percentuali sopra il cinquanta per cento.
Ma le amministrative, come ha dimostrato il voto di poche settimane fa in Molise, sono spesso altra cosa. Anche perchè i risultati dipendono molto dai candidati schierati e dal numero delle liste che lo appoggiano. Rispetto a quando si è votato però in Molise, stavolta c'è un governo e non è detto che, come spera il vicepremier Di Maio, i colori dell'alleanza parlamentare non influenzino il voto. Il centrodestra va quasi ovunque insieme. Salvini ha infatti mantenuto la parola, ma non è detto che tra quindici giorni l'alleanza con il Cavaliere resti salda se si dovrà scegliere tra un candidato del M5S e uno del Pd.
LE DIFFERENZE
Anche stavolta Matteo Salvini e Di Maio sembrano puntare molto sul risultato delle amministrative per sostenere l'azione del governo appena insediato e già alle prese con lo sbarco di una nave di migranti. Un'emergenza che ieri è stata gestita da palazzo Chigi con toni forti, anche perchè le urne erano aperte e il momentaneo stop dato alla nave Aquarius potrebbe essere servito a raccogliere qualche consenso dell'ultim'ora soprattutto alla Lega. Se il M5S punta a fare il pieno al Sud dove sono ancora in attesa del reddito di cittadinanza, la Lega dovrebbe fare piatto in Liguria, Veneto, Lombardia e Piemonte. Il crollo dell'affluenza a Roma, dove al voto sono andate due circoscrizioni paragonabili per popolazione a capoluoghi di provincia, non è però un buon segnale per la sindaca Raggi e il M5S che potrebbero perdere le presidenze dei due municipi confermando la tesi di coloro che sostengono che il governo logora. Soprattutto se i risultati non si vedono.