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Pescara, 24/07/2024
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Data: 11/06/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Affluenza, l'Abruzzo si ferma al 65%. Non si sente la spinta delle politiche. A Teramo sette punti in meno, Silvi ne perde 11. Lucoli e Barete in controtendenza

PESCARA Le rilevazioni delle 12 e delle 19 avevano fatto ben sperare. Ma alle 23 il dato dell'affluenza in Abruzzo si è fermato a 65 punti percentuali, oltre sei punti sotto il dato del 2013, quando si era votato in due giorni, la domenica e il lunedì fino alle 16.Dunque niente effetto 4 marzo. Le politiche, e il successivo governo M5S-Lega, non hanno portato più elettori ai seggi. Le dinamiche locali non risentono ancora del cambiamento che sta sconvolgendo i palazzi romani. In quasi tutti i 31 comuni al voto in Abruzzo si sono registrate flessioni di diversi punti percentuali. Nel capoluogo Teramo, il voto più atteso, si è passati dal 74,24 per cento della precedente tornata al 67,18. A Silvi, l'altro comune dove si voterà con il doppio turno, si sono persi 11 punti percentuali. Maglia nera dell'affluenza a Roccamorice, con il 29,08 per cento, e a Fallo (41,35%) dove pochi minuti dopo la mezzanotte è stato eletto il sindaco Alfredo Salerno con 67 voti. Senza storia l'elezione del nuovo sindaco di Controguerra, Franco Carletta, candidato unico in gara contro il quorum del 50 per cento, ampiamente superato alle 23 (62,01%). In totale gli abruzzesi chiamati alle urne sono stati 174 mila. L'attenzione del mondo politico è soprattutto sul risultato di Teramo (per il quale probabilmente bisognerà aspettare il ballottaggio del 24 giugno), che potrà dare indicazioni preziose rispetto all'orientamento dell'elettorato. Sarà interessante vedere il risultato della Lega, impegnato per la prima volta in una votazione locale in Abruzzo con il nuovo simbolo, orfano della parola Nord, e con una squadra ministeriale a palazzo Chigi. Di interesse anche il risultato del Movimento 5 Stelle che fin dalla sua nascita ha avuto grosse difficoltà a fare risultato nelle tornate amministrative, ma anche a reclutare candidati per le liste. Naturalmente i segnali sono tutti funzionali alle strategie dei partiti in vista delle regionali del prossimo autunno o della primavera del 2019. Ritroveremo un "contratto" M5s-Lega? Il Partito democratico riuscirà a superare la crisi e a mettere in moto la macchina delle liste alleate, quelle che hanno permesso la vittoria del governatore-senatore Luciano D'Alfonso? Certamente protagonisti della prossima tornata regionale saranno le formazioni civiche (di centrodestra o di centrosinistra), nate in parte dalle costole dei partiti tradizionali, in parte da movimenti civici indipendenti. Saranno probabilmente queste formazioni a fare la differenza.

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