PESCARA Il copione è lo stesso e sembra anche essere una precisa strategia politica del Pd che, passato all'opposizione, ora cerca di mettere in difficoltà il governo M5S-Lega. Il parlamentari abruzzesi Dem hanno infatti deciso di passare nelle mani del nuovo esecutivo nazionale la patata bollente dei tagli alla sanità previsti dal decreto Lorenzin. Con un disegno di legge, Camillo D'Alessandro e Stefania Pezzopane, ne hanno chiesto la sospensione. E come per le spese mediche degli immigrati clandestini (vedi l'articolo in alto), anche per gli ospedali l'onere ricade sul ministro Grillo. «Gli eventi legati al terremoto», spiegano i due nella relazione al progetto di legge, «hanno profondamente influenzato l'intera programmazione sanitaria regionale, a partire dalla configurazione delle rete ospedaliera che prevede la realizzazione di nuovi interventi di edilizia sanitaria che consentiranno una diversa articolazione dell'offerta».« Appare evidente», aggiungono, «che nelle more della nuova programmazione, possibile solo con la realizzazione degli interventi di edilizia, deve essere prevista una sospensione delle disposizioni del decreto Lorenzin per i presidi di Popoli, Atessa, Guardiagrele, Ortona, Tagliacozzo, Atri, Sulmona e Penne, già oggetto di misure di riconversione come disposto dai decreti del commissario ad acta. A tale fine», continuano D'Alessandro e Pezzopane, «abbiamo presentato una proposta di legge per sospendere la norma che prevede che, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge, la Giunta regionale provvede a individuare i singoli provvedimenti di riorganizzazione della rete ospedaliera per i presidi individuati. L'impegno è stato assunto anche in considerazione di un ordine del giorno votato dal Consiglio regionale che impegnava tutti i parlamentari abruzzesi». I due concludono svelando la strategia: «Ci batteremo affinché la nuova maggioranza approvi senza indugio la proposta visti le accuse e i giudizi che i loro rappresentati hanno urlato in tutti questi anni in Abruzzo».