Cambio di casacca, di agenda e forse, anzi si spera, di auto blu: il Consiglio regionale abruzzese come il Big ben del mitico Portobello ha detto stop ieri pomeriggio alle 17.45 perché il presidente è dovuto correre al Senato e allora chissene della Regione e dell’Abruzzo. Luciano D’Alfonso si cambia la giacca e via, ciao ciao a tutti: salta il numero legale e tutti gli argomenti iscritti all’ordine del giorno, tra i quali il finanziamento anti-incendio alla Protezione civile, che alla vigilia della stagione estiva e alla luce di quello che è accaduto lo scorso anno non è proprio cosa da poco.
Lui è uno e doppio, e lo resterà finchè glielo consentiranno. Imbufalito il presidente della Commissione di vigilanza Mauro Febbo:
“La mancata approvazione di atti urgenti, dovuta alla mancanza del numero legale, ricade tutta ed esclusivamente nel comportamento di D’Alfonso costretto per la terza volta ad abbandonare l’ aula per correre in Senato. Se avesse risolto la sua incompatibilità acclarata, oggi ci sarebbe stato il vice Presidente Lolli e i provvedimenti sarebbero stati regolarmente approvati. Sarà pure conveniente a lui e al Pd tenere il piede in due staffe (poltrone), ma sicuramente non lo è per gli abruzzesi”.
Il Pd d’altronde è come se non esistesse: l’ennesimo rinvio della direzione regionale prevista lunedì pomeriggio la dice lunga sull’aria di fuga che si respira in Abruzzo. Tanto da indurre un uomo mite come Giovanni D’Amico, ex assessore regionale al Bilancio nella giunta Del Turco a scrivere lunedì sera sul tardi nelle sue ormai consuete pillole della Buonanotte una battuta al veleno: “Se qualcuno incontra il Pd ditegli che lo stiamo cercando”.
Dello stesso tenore di quella di Febbo la protesta dei penta stellati:
“Maggioranza in frantumi, D’Alfonso molla L’Aquila per andare a Roma e fa cadere il numero legale in aula. Il Consiglio Regionale si scioglie prima del tempo. E’ accaduto in Abruzzo dove ancora una volta il Presidente D’Alfonso deve levarsi da giacca da Governatore ed indossare quella di Senatore e correre a Roma lasciando il Consiglio de L’Aquila senza aver concluso i punti all’ordine del giorno. Quanto ancora gli abruzzesi dovranno subire queste ingiustizie” si domandano i Consiglieri M5S “Non siamo cittadini di serie B e non vogliamo un Presidente a mezzo servizio”.
Ma tanto lui non ci sente. In mattinata invece è stata approvata all’unanimità la proposta di legge firmata dall’assessore Marinella Sclocco sulla doppia preferenza di genere. Un provvedimento che servirà ad aumentare la presenza delle donne in Consiglio regionale che in questa legislatura sono soltanto due. Dovrebbe essere naturale candidare donne e non dover fare ricorso a una legge, che imporrà di votare un uomo e una donna, ma in Abruzzo, dove le candidature sono gestite dalle solite persone, è sicuramente necessario.
ps: Profondo sud, anche in questo, ma con la proposta della Sclocco almeno si aggiusterà il tiro (anche se poi a scegliere le donne da candidare saranno sempre gli uomini, e con i soliti e già collaudati criteri).