PESCARA Quaranta titolari di stabilimenti balneari dicono no alla pedonalizzazione della riviera nei fine settimana d'estate. I balneatori sono sul piede di guerra dopo l'annuncio dell'amministrazione comunale di voler chiudere al traffico il tratto tra la Madonnina, zona porto, e viale Muzii, a partire da fine giugno. Una chiusura serale del litorale, che avverrebbe solo il sabato e la domenica a partire dalle venti fino a notte fonda. Un provvedimento mal digerito dagli imprenditori che ripropongono l'apertura dei parcheggi sotterranei in piazza 1° maggio, piazza Santa Caterina e aree di risulta. Oggi, intanto, andranno a depositare il fascicolo di una raccolta firme in Comune. Lo scopo è chiedere agli amministratori «di ripensarci». Di «riflettere su un provvedimento che ci cala addosso senza una progettualità a monte» e che «questo non è il momento delle sperimentazioni sulla pelle di chi lavora per portare gente a Pescara e non per allontanarla» . I 40 balneatori «senza sigle», (sottolineano questo particolare più volte) parlano «in rappresentanza di tutti e cento gli imprenditori del litorale. Nessuno di loro vuole la chiusura della riviera, che si sappia». Ieri pomeriggio allo stabilimento Trieste, alcuni di loro sono incontrati per fare il punto della situazione. Seduti intorno ad un tavolo del lido, diretto da Riccardo Ciferni, c'erano Stefano Cardelli di Nettuno, Lorenzo Papa del Plinius, Alessio Terra della Croce del Sud, Luca Cardano di Alcyone, Enrico Mundula di Miramare, Marina Bucciarelli e Tony Burigo di Saturno, Nico e Massimo Donatelli di Venere e Sirena, Anna Di Davide che gestisce L'Adriatica con i figli Arturo e Stefano Baldassarre, Fabio Tiberi del Lido beach, Laila Di Carlo del Lido, Domenico Pagliaro di Apollo, Alfonso Terra di Oriente, Lorenzo Iulianetti della Prora, Luigi Alfieri, 4 Vele.A dare man forte alla loro protesta, il coordinatore locale di Ambiente e/è Vita Adriano Facciolini, in rappresentanza di 1000 cittadini iscritti all'associazione. Lo scenario ipotizzato da Facciolini è che «se chiudono la riviera, peggiorerà il livello di inquinamento nelle strade limitrofe». I toni delle richieste di balneatori e cittadini sembrano non ammettere repliche. E all'amministrazione mandano a dire che «prima si fanno i parcheggi e poi, eventualmente, si prendono provvedimenti. Questi ci distruggeranno ulteriormente». Sciorinano tutte le problematiche subite dalla categoria: dall'inquinamento del mare ai divieti di balneazione, alla Bolkestein, al ripascimento delle spiagge fuori stagione. «Ovunque, dalla Rambla di Barcellona a Rimini, le strade si tengono aperte e si fanno parcheggi sotterranei per far arrivare l'utenza direttamente sul mare, solo qui da noi si fa sempre il contrario». Quanti parcheggio occorrono per soddisfare le esigenze della categoria? «Migliaia». Quindi, che fare? «Contestualizzare ogni progetto, analizzarlo e organizzarlo con la categoria. In questa città c'è bisogno di competenze e non di improvvisazioni. Quali sono i criteri che spingono una amministrazione a fare il ripascimento e chiudere le strade che arrivano agli stabilimenti, a estate iniziata?».«Noi», proseguono irritati, «siamo alla sopravvivenza, distrutti da provvedimenti scellerati. Le spiagge sono vuote, se togliamo anche il traffico veicolare e i parcheggi, restituiamo le chiavi degli stabilimenti al Comune».Vanno avanti senza sosta, i balneatori riuniti in riva al mare: «Incredibile, rifanno l'asfalto sulla riviera, peraltro rimasta senza segnaletica, e poi la chiudono al traffico. Un paradosso». Il provvedimento dell'amministrazione comunale, che sta lavorando su una serie di progetti green, è bocciato senza appello: «Se lo porteranno a compimento»,concludono, «se ne assumeranno le responsabilità».