TERAMO«MI rifiuto di parlarne, con tutti e sopratutto con gli alleati». È inutile chiedere a Giandonato Morra come sarà la sua giunta qualora dovesse vincere il ballottaggio tra due domeniche. «Adesso dobbiamo solo lavorare e portare la nave in porto», scandisce il candidato sindaco del centrodestra, «senza deviazioni». Anche perché, conoscendolo, chi dovesse tentare di mettere le mani avanti rischia grosso. «Tutti sanno che mi vengono a chiedere qualcosa magari mi girano le scatole e faccio il contrario», avverte. Neppure fargli notare che nella sua maggioranza rientrerebbero defenestrati e defenestratori della passata amministrazione, con ex assessori del Brucchi bis e seguenti in posizione più che utile per riproporsi grazie alla forza del consenso personale, serve a scalfire i suoi propositi. «I vecchi film restaurati mi piace vederli nei cinema d'essai, «il remake politico non m'interessa». Eppure il suo avversario Gianguido D'Alberto a già messo in allerta gli elettori sul rischio di ritrovarsi in Comune un'amministrazione di centrodestra fotocopia di quella del disastro brucchiano. «Perché lui cos'ha di tanto nuovo? D'Alfonso, Verna e company?», replica Morra, «non capisco perché i miei sono vecchi e i suoi no». Il candidato chiude la polemica con una battuta. «Il rinnovamento l'hanno fatto gli elettori», spiega, «se vogliamo c'è stata una tendenza conservatrice bipartisan: anche tra i gruppi civici i più votati sono da Jurassic park». La giunta non sarà comunque la riedizione di quella targata Brucchi dalla quale, per la verità, Morra si è tenuto lontano durante la passata consiliatura. «Se dicessi che il ricambio sarà totale, racconterei balle», tiene a precisare il candidato, «il cambiamento sarà serio e visibile, ma posso togliere di mezzo tutti».Anche perché molti dei "vecchi" sono stati confermati a suon di centinaia di voti che, in qualche caso, sono anche aumentati rispetto al 2014. Il totoassessore è improponibile a Morra, ma scorrendo l'elenco dei primi degli eletti saltano agli occhi alcuni potenziali paradossi. In giunta si potrebbero ritrovare fianco a fianco il più votato di Futuro in Maurizio Salvi (440 preferenze), gattiano di ferro e tra i defenestratori della passata amministrazione e Pasquale Tiberii (261), in testa nella lista di Fratelli d'Italia e pretoriano di Brucchi, del quale ha condiviso la sorte. È rimasto in sella fino all'ultimo, rientrando così tra gli assessori defenestrati, anche Mario Cozzi che in Forza Italia ha aumentato il proprio consenso in confronto a quattro anni fa, portandolo a 831 voti che gli valgono il primato assoluto tra gli eletti e la prospettiva quasi certa di sedersi di nuovo in giunta con Morra sindaco. Tra le donne le meglio piazzate sono altri due assessori uscenti: Mirella Marchese (342) seconda in Forza Italia e Caterina Provvisiero (361) terza di Futuro in e preceduta da un altro amministratore uscente gattiano Franco Fracassa (407). Anche per loro, dunque, un incarico in giunta non si può ritenere fuori da ogni logica. Ex consiglieri ma senza esperienze da assessori sono Domenico Sbraccia (467) approdato alla Lega e Luca Corona (329), ex Ncd rieletto con la civica "Oltre". Loro potrebbero dare un'impronta di novità alla giunta. Nomi che per ora non trovano alcuna conferma se non nella logica del consenso. Morra, però, un'indicazione certa di discontinuità con il passato la fornisce. «Gli assessori», conclude, «saranno meno di nove».