TERAMO Morra propone il «Brucchi ter» e i grillini «fanno tenerezza». Gianguido D'Alberto lancia la seconda fase della campagna elettorale attribuendo la scomoda eredità del passato al suo avversario di centrodestra e contestando le affermazioni del rivale pentastellato Cristiano Rocchetti. Secondo quest'ultimo la coalizione di Giandonato Morra avrebbe spostato voti sul centrosinistra per ritrovarsi un avversario più facile al ballottaggio.L'operazione sarebbe servita a far fuori proprio i grillini, in quanto avversari temuti per il secondo turno. Il candidato di alleanza civica e Pd però, pur esprimendo massimo rispetto nei confronti di Rocchetti, considera quasi un'ingenuità la sua uscita sul condizionamento del risultato elettorale. «Basta leggere il dato complessivo del voto disgiunto per un'analisi reale della situazione», afferma, «probabilmente il centrodestra avrebbe preferito altri avversari: noi continuiamo a pensare solo al bene della città, chissà se gli altri possono dire lo stesso». D'Alberto ribadisce la soddisfazione per il risultato che l'ha portato al ballottaggio mettendo «in luce come questa città sia pronta a voltare pagina rispetto a quel sistema di potere che l'ha soffocata fino ad oggi». L'esito del primo turino evidenzia «come il nostro progetto, improntato al civismo democratico, sia un progetto vincente». L'alleanza civici-Pd andrà avanti per la propria strada. «Non faremo alcun apparentamento o altro accordo di tipo politico, nel segno di quell'estrema coerenza che ci ha sempre caratterizzato», assicura il candidato, «i nostri unici interlocutori, in questa fase così come in futuro, saranno i cittadini». A chi ha votato per altri raggruppamenti al primo turno «credendo nella possibilità di un radicale cambiamento rispetto al passato» D'Alberto segnala che «la nostra è l'unica vera discontinuità rispetto a chi ci ha amministrato e che ha portato Teramo al degrado che sta vivendo». Di Morra il candidato di centrosinistra evidenzia che si è presentato come espressione del «rinnovamento competente, sottolineando come nelle sue liste ci fossero molti volti nuovi». La sua eventuale maggioranza, alla luce del risultato elettorale, a detta di D'Alberto sarebbe però composta «esattamente dai principali rappresentanti del Modello Teramo, e quello che si presenterebbe ai cittadini non sarebbe altro che una sorta di Brucchi ter, con il candidato sindaco costretto a fare i conti con quelle stesse forze che hanno ingessato per mesi, prima del commissariamento, l'attività amministrativa».Il candidato rivendica la natura civica del proprio progetto amministrativo. «Oggi i teramani non si trovano di fronte ad una scelta tra centrodestra e centrosinistra», tiene a precisare D'Alberto, «ma sono chiamati a decidere se vogliono ancora essere governati da un decotto Modello Teramo, con i suoi principali artefici ancora lì, pronti a continuare sulla stessa identica strada, o se vogliono iniziare insieme a noi un percorso di totale rinnovamento che metta al centro la città, i suoi bisogni, una politica che dia risposte non agli amici e agli amici degli amici ma alle esigenze dei cittadini, dalla riqualificazione urbana al rilancio culturale ed economico della città». L'obiettivo dell'aspirante sindaco e dei suoi alleati e ridare a Teramo «il ruolo di capoluogo di provincia che gli è proprio, rappresentando una guida a livello provinciale». (g.d.m.)