ROMA Le parole più dure arrivano dalla Francia, con il presidente Emmanuel Macron che denuncia il «cinismo e l'irresponsabilità» dell'Italia e il portavoce di «En Marche», Gabriel Attal, che giudica addirittura «vomitevole» l'atteggiamento del ministro degli Interni e vicepremier, Matteo Salvini, e la decisione di chiudere i porti e di impedire l'attracco alle navi delle Ong. La replica di palazzo Chigi non è da meno: «Non accettiamo lezioni ipocrite da Paesi che in tema di immigrazione hanno sempre preferito voltare la testa dall'altra parte».
IL PREMIER
È una giornata di alta tensione per l'Italia in ambito europeo, che solo in serata si conclude con chiarimenti e nuovi inviti da parte di Parigi. A metà mattina, lo scontro è talmente acceso che il premier Giuseppe Conte valuta almeno per qualche minuto la possibilità annullare il viaggio a Parigi di venerdì prossimo. Ma c'è anche la reazione della Spagna, che ha deciso di accogliere la nave Aquarius: il ministro della Giustizia, Dolores Delgado, ritiene il comportamento dell'Italia passibile di «sanzioni penali internazionali». Macron tira quindi in ballo il diritto marittimo, secondo cui in caso di problemi è «sempre la costa più vicina ad assumere la responsabilità dell'accoglienza». A stretto giro gli risponde il vicepremier Luigi Di Maio: «Sono contento che abbiano scoperto la responsabilità. Se vuole li aiutiamo. Aprano i loro porti e se vogliamo gli trasferiamo un po' di persone in Francia». Mentre il leader leghista replica via Twitter: «La Spagna ci vuole denunciare, la Francia dice che sono vomitevole. Io voglio lavorare serenamente con tutti, ma con un principio: prima gli italiani». È poi il turno via social del ministro per le Infrastrutture, Danilo Toninelli: «Ringraziamo il presidente per aver mostrato inedita sensibilità». Quindi, la nota ufficiale di Palazzo Chigi: «Le dichiarazioni che arrivano dalla Francia sono sorprendenti e denunciano una grave mancanza di informazioni su ciò che sta realmente accadendo».
IL SOSTEGNO
A cercare di smorzare la tensione è Bruxelles, con il commissario europeo Dimitris Avramopoulos, che ringrazia l'Italia per «gli erculei sforzi degli ultimi tre anni». Con l'Italia si schiera anche il ministro dell'Interno tedesco, reduce da un duro scontro con la cancelliera Angela Merkel sulla questione sbarchi. Horst Seehofer chiama Salvini, si accorda per una «proposta comune sulla protezione delle frontiere esterne». Ma Merkel invita a «rispondere in modo unitario». L'ungherese Viktor Orban, invece, esulta: «È un grande momento che potrebbe portare cambiamenti nella politica europea sulle migrazioni». Da Malta, il premier Joseph Muscat lancia un appello a non dividersi: «L'Italia ha dato moltissimo all'Ue sulla gestione delle frontiere esterne. Siamo sullo stesso fronte».
IL CAMBIO DI ROTTA
A metà pomeriggio, Attal precisa a Il Messaggero: «Ho reagito a caldo a dichiarazioni che ho trovato scioccanti: gridare alla vittoria dopo l'allontanamento della nave mi è sembrato fuori luogo. Nessuno vince quando ci sono in gioco vite umane. L'Italia è un paese che amo, ci ho vissuto. Sono stato qualche settimana fa alla frontiera tra Mentone e Ventimiglia e ho avuto la conferma di quante siano le difficoltà e di come una soluzione sia possibile solo a livello europeo».
Intanto palazzo Chigi rivendica di non avere mai abbandonato le persone a bordo dell'Aquarius: «La nave è stata sin da subito affiancata da 2 motovedette che hanno offerto il supporto necessario». E Salvini rincara la dose in serata, intervistato a Otto e Mezzo: «L'anno scorso Macron chiuse i porti. La Francia ospita meno della metà dei richiedenti asilo che ospitiamo noi e spende 10 euro in meno a testa di quanto spende l'Italia». Si rivolge poi alla Spagna: «L'Italia ospita 170mila migranti, la Spagna 17mila. Ricordo che le frontiere di Ceuta e Melilla la Spagna le difende sparando, cosa che io non mi permetterei mai di fare».