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Pescara, 24/07/2024
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Data: 15/06/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
I sindaci di nuovo sul piede di guerra contro il rincaro dei pedaggi sulle autostrade A24 e A25

Non mollano i 60 sindaci dell'Abruzzo e del Lazio e Abruzzo che da gennaio hanno organizzato numerose proteste contro il rincaro, di quasi il 13%, dei pedaggi sulle autostrade A24 e A25. Nell'ultimo incontro i sindaci hanno deciso di dare incarico ad un legale per avviare un contenzioso e di chiedere un incontro al nuovo Ministro per l'accesso agli atti sottoscritti tra il Ministero e la Società dei Parchi. Se la richiesta non verrà accolta hanno deciso un nuovo sit-in a Roma. Tra l'altro i primi cittadini hanno chiesto «immediata sospensione degli aumenti e declassificazione del tratto urbano della Roma-L'Aquila dalla barriera di Roma Est fino all'intersezione della Tangenziale Est».
La richiesta non è stata accolta. «L'aumento scellerato dei pedaggi su A24 e A25 sta penalizza non solo il turismo in territori ricchi di attrattive, ma soprattutto i pendolari per motivi di lavoro, universitari, scolastici e sanitari. Si tratta di un aumento criminale che sta avendo ripercussioni u oltre 100mila cittadini» ha precisa il sindaco di Tagliacozzo Giovagnorio. Come si sa sono state raccolte anche più di 100mila firme online tra gli utenti. Questo dovrebbe far capire l'entità del malcontento generale che sta montando nelle ultime settimane per i lavori che la società sta effettuando sulla tratta che di fatto rallenta pesantemente il traffico. «Oltre all'aumento la beffa» dicono gli utenti che ogni giorno devono raggiungere l'Aquila o Roma. Le proteste arrivano in particolare dalle zone montane e interne di Abruzzo e Lazio già costrette a subire un attacco al diritto alla mobilità innanzitutto con lo stato di abbandono e degrado del sistema ferroviario e ora con questi aumenti dei pedaggi autostradali che si ripercuoteranno anche sul prezzo del trasporto pubblico su gomma. L'autostrada dei Parchi è diventata un affare solo per il gestore privato che ogni anno impone aumenti proibitivi. «E' diventata la tratta più costosa d'Italia» contestano i sindaci. Tra l'altro sembra che diminuiscono i costi di gestione (aumenta l'automazione e sono scomparsi i casellanti visto che il 70% usa Telepass), mentre il traffico è cresciuto nello scorso anno del 2,3% e gli investimenti complessivi sulla rete sono crollati.

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