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Data: 15/06/2018
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Stadio Roma, Luca Parnasi e la cena con Giorgetti: «Questo governo lo sto a fare io» Gli incontri dell’imprenditore e i finanziamenti ai partiti. Tra gli indagati Malagò

Nel gennaio scorso, in vista della campagna elettorale, l’imprenditore accusato di corruzione Luca Parnasi stava tessendo la sua tela, utile per fare affari anche in un eventuale «nuovo corso» della politica italiana. Organizzava cene e incontri con i politici, si diceva a disposizione per concedere favori e regali. «Noi in questo momento - raccontava a un amico - con i 5 Stelle abbiamo una forte credibilità. Vuoi la previsione di Luca Parnasi? C’è un rischio altissimo che questi facciano il governo, magari con Salvini insieme ... e quindi noi potremmo pure avere ... incrociamo le dita, silenziosamente, senza sbandierarlo, un grande rapporto». Due mesi dopo, a urne ormai chiuse, una cena a tre fra Parnasi, Luca Lanzalone (l’ormai ex presidente di Acea, punto di riferimento dei 5Stelle in Campidoglio) e l’attuale sottosegretario a palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti, della Lega, è indicato dai carabinieri come «una delle evidenze acquisite che rivela come il dominus dell’associazione investigata (cioè Parnasi, ndr), avvalendosi dei suoi sodali, sia in grado di permeare le istituzioni pubbliche». E dunque di condizionare la politica locale e nazionale attraverso una rete che dagli iniziali rapporti con esponenti del Pd s’è estesa prima ai seguaci di Grillo e poi al centro-destra. Lega compresa.

Finanziamenti «a Lega e Eyu»

Riferiscono gli investigatori ai magistrati: «Il 9 marzo 2018 Parnasi va a pranzo con Lanzalone. Nel corso dell’incontro i due disquisiscono di un incontro riservato che avverrà la sera del 12 marzo a casa di Parnasi, al quale parteciperà il parlamentare della Lega Giorgetti. Dal tenore della conversazione si evince che tale incontro deve rimanere riservato». Ma il tenore della conversazione, nell’informativa degli investigatori dell’Arma che i pubblici ministeri hanno messo a disposizione delle parti, è coperto da omissis. Tuttavia in un altro passaggio i carabinieri scrivono che «la vicenda assume ulteriore rilievo in ragione delle disposizioni impartite da Parnasi ai suoi sodali affinché le operazioni di infiltrazione abbiano successo, con i conseguenti vantaggi economici che deriverebbero al gruppo imprenditoriale/criminale». Segue la trascrizione di un’altra intercettazione del 15 marzo, dieci giorno dopo le elezioni, in cui Parnasi spiega al suo commercialista di fiducia: «Scusami, ma poi abbiamo qua altri 22.000 euro della campagna (elettorale, ndt), tu qui non hai messo le cose, la Lega ed Eyu (probabilmente una fondazione, ndr)... La Lega ed Eyu li paghiamo ad aprile, quindi... È solo di essere precisissimi, che in questo momento io mi sono (poi sussurra a bassa voce parole incomprensibili)... Il governo lo sto a fare io, eh! Non so se ti è chiara questa situazione!».

Alla Casaleggio «gente molto segreta»

Il 6 maggio scorso, in piene trattative per la formazione del nuovo governo, Lanzalone e Parnasi sono in un bar al centro di Roma. Annotano i carabinieri: «Parnasi parla con Lanzalone del possibile nascente governo, Lanzalone dice che gli girano le palle perché sarebbe una grande opportunità. Parnasi gli consiglia di mandare un whatsapp a Giancarlo Giorgetti “che è qua, a Roma”. Poi accennano alle consultazioni al Quirinale e Lanzalone commenta la linea politica del M5S tenuta nel post elezioni, dice che conosce pochissimo quelli della Casaleggio e Associati, sono “gente molto segreta”. Parnasi ribadisce di aver creato il rapporto con Giancarlo, Lanzalone ribadisce il rischio che si ripresenti la stessa situazione e ipotizza possibili sondaggi in caso di nuove elezioni, chi sale e chi scende». Dieci giorni più tardi, commentando con un’amica i suoi rapporti con «’sto mondo dei 5Stelle», Parnasi dice: «Ormai... proprio sodali».

La candidata Lombardi e le elezioni nel Lazio

Il 30 gennaio scorso Giulio Mangosi, cugino e collaboratore di Parnasi, «riferisce a tale Fabio che Marcello De Vito e Paolo Ferrara gli hanno chiesto di aiutare la Lombardi», candidata grillina alla Presidenza della Regione Lazio. «Il giorno successivo risulta essere ad Ostia» e i carabinieri danno conto dell’appuntamento al quale partecipano anche il capogruppo M5S al Campidoglio Paolo Ferrara e Giampaolo Gola, assessore del X municipio, entrambi ora indagati. Due settimane dopo è Luca Parnasi a raccontare di avere in programma un incontro con Roberta Lombardi. Dopo le elezioni, come si legge in un’altra informativa degli investigatori, «Parnasi afferma di avere la possibilità di influire anche nella formazione di una maggioranza di governo a livello regionale (Lazio). Ciò emerge in una conversazione intrattenuta dallo stesso, il giorno 23 marzo, con un uomo in corso di identificazione, che comunque sembra essere molto vicino al presidente Zingaretti. Nel corso del colloquio, Parnasi precisa di aver saputo che Salvini (evidentemente Matteo Salvini) e Meloni (Giorgia) siano intenzionati a non consentire la formazione o a far saltare la maggioranza in Consiglio regionale, per scongiurare un rafforzamento di Zingaretti. Nella circostanza Parnasi aggiunge di poter interloquire con Stefano Parisi, con il quale ha un ottimo rapporto».

La divisione dei contributi

La circostanza che il costruttore romano distribuisse i finanziamenti in tutte le direzioni emerge da un’ulteriore intercettazione del 14 febbraio, quando chiede al suo commercialista «se ha parlato con Forza Italia e Fratelli d’Italia, ottenendo risposta positiva. Invece, citando il Pd, Parnasi precisa che provvederà personalmente l’indomani ed aggiunge, inoltre, di voler redigere una lista, evidentemente di contributi elettorali, che compilerà con l’aiuto della segretaria». Nell’elenco figura, tra gli altri, l’allora viceministro degli Esteri Francesco Giro per 5 (5.000 Euro).

Indagato anche Luigi Bisignani

In uno degli ultimi atti giudiziari compilati prima degli arresti compare la lista più aggiornata degli indagati, nella quale è compreso il presidente del Coni Giovanni Malagò. Tra le migliaia di conversazioni registrate ce n’è una del 2 dicembre 2017 nella quale «Parnasi racconta di avere intenzione di chiedere a Malagò un supporto per il progetto del nuovo stadio del Milan». Da altri colloqui gli investigatori sospettano che «Malagò abbia presentato a Parnasi il compagno della figlia con il preciso scopo di creare con quest’ultimo un’occasione professionale». Inquisito anche il faccendiere Luigi Bisignani. Il suo nome compare più volte nelle intercettazioni e i pubblici ministeri ritengono che abbia offerto «un apporto» in almeno un caso di tentata corruzione.

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