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Pescara, 24/07/2024
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Data: 15/06/2018
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Di Maio: «Firmerò il decreto dignità. No a studi di settore e jobs act». Tra gli altri punti disincentivare le delocalizzazioni ed eliminare il redditometro. «Nella legge di bilancio si dovrà avviare il fondo per il reddito di cittadinanza»

Nel solco del pensiero di Luigi Di Maio secondo il quale «non è possibile che ci sia gente che non riesce a campare mentre c’è chi percepisce pensioni d’oro e vitalizi», sarebbe in rampa di lancio un decreto del governo M5S-Lega che al centro avrà i diritti sociali dei cittadini. Con il proposito di «rimettere il cittadino al centro», Di Maio ha pensato a emanare un apposito decreto, il primo del suo mandato, annunciandolo attraverso il Blog dei Cinque Stelle. Il decreto è stato battezzato «Decreto dignità». Di Maio ha scritto: «Il primo decreto che farò come ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico si chiamerà Decreto dignità e servirà solo ed esclusivamente per ristabilire i diritti sociali dei cittadini. In questi anni, con la scusa dell’urgenza, sono stati fatti decreti per tutto e per il contrario di tutto. Fondamentalmente però sono sempre stati decreti che servivano per fare gli interessi dei partiti o dei loro amici. Pensiamo ad esempio ai decreti banche che hanno salvato delle posizioni di rendita e hanno massacrato i risparmiatori. Il tempo in cui lo Stato si comportava in questo modo è finito ». Infine, nella legge di bilancio di quest’anno, secondo Di Maio «si dovrà avviare il fondo per il reddito di cittadinanza in modo da renderlo operativo il prima possibile.

«Basta pubblicità del gioco d’azzardo»

Nelle intenzioni del vicepresidente del Consiglio, quattro sono i punti fondamentali del decreto. Uno riguarda le imprese: «Elimineremo spesometro, redditometro e studi di settore». Secondo Di Maio: «L’era della martirizzazione degli imprenditori è finita, ora avranno lo Stato dalla loro parte». Il secondo punto è dedicato a «disincentivare le delocalizzazioni». Per riuscirci, il leader degli M5S pensa che la strada sia questa: «Chi prende fondi pubblici non può andare all’estero. Se lo Stato ti dà una mano il lavoro lo devi creare in Italia e devi dare lavoro ben retribuito e tutelato ai lavoratori italiani». La terza questione riguarda la lotta alla precarietà. A giudizio di Di Maio: «Il jobs act è andato nella direzione dell’eliminazione di diritti e tutele, noi faremo esattamente l’opposto». Quarta e ultima tematica, lo stop alla pubblicità del gioco d’azzardo. «La ludopatia è ormai una piaga che ha segnato profondamente migliaia di famiglie italiane e intendiamo sanarla in maniera risoluta», ricorda Di Maio, «così come è vietata la pubblicità delle sigarette, sarà vietata quella del gioco d’azzardo. Entrambi nuociono gravemente alla salute dei cittadini».

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