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Pescara, 24/07/2024
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Data: 16/06/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Honeywell, scontro sui licenziamenti

L'azienda non vuole sospendere i licenziamenti; il Mise insiste affinché quei licenziamenti vengano temporaneamente congelati. E' braccio di ferro tra i vertici della Honeywell Garret Italia di Atessa e il ministero dello Sviluppo economico. Ieri l'ennesimo incontro a Roma, tra i dirigenti della multinazionale dei turbo compressori, i sindacati (Fiom, Fim e Uilm) e le istituzioni. Una riunione convocata l'8 giugno scorso, quando il ministero ha ricevuto da Honeywell la comunicazione dell'avvenuto invio, il 6 giugno, di 320 lettere di licenziamento ai dipendenti rimasti in fabbrica. «Ribadiamo la contrarietà all'azione intrapresa e chiediamo che le suddette lettere non abbiano efficacia»: questa l'intimazione del ministero, seguita da un'autentica tirata d'orecchie. Honeywell, però, non è intenzionata al ravvedimento e neppure a concedere favori.
IRREMOVIBILI
«Già due volte abbiamo posticipato i licenziamenti», ha ribattuto. Irremovibile, dunque, come del resto si è sempre mostrata durante questa vertenza, che si trascina da circa un anno. Nel mezzo ci sono i lavoratori che, dopo mesi di scioperi e di lotta, si ritrovano sbattuti fuori e al momento senza prospettiva alcuna. Al contrario di quanto fu loro promesso e assicurato nei mesi scorsi, con la firma di un accordo al Mise che prevedeva, tra l'altro, la concessione della cassa integrazione straordinaria. Invece il ministero del Lavoro, dato che l'attività in Val di Sangro è cessata e dato che la produzione è stata trasferita in Slovacchia, ha negato la Cig. Una situazione intrecciata, che non lascia intravedere spiragli positivi per il futuro. E neppure colpi di scena. Il ministero, dopo l'ennesimo no ricevuto ieri dalla delegazione Honeywell, ha deciso di scrivere direttamente alla casa madre sollecitando lo stop dei licenziamenti, «per una gestione meno cruenta del processo di chiusura e per accompagnare il percorso di reindustrializzazione». Inoltre chiederà che «vengano riconosciute le scoperture economiche dei due mesi passati». Quindi bisognerà attendere la risposta definitiva dell'azienda, che, a meno di miracoli...
LE SPERANZE
«E' l'ultima chiamata per Honeywell - afferma in una nota Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim Cisl -. Si facciano - aggiunge - tutti gli sforzi possibili per garantire i lavoratori. Noi abbiamo espresso valutazione negativa rispetto alla decisione di licenziare. Abbiamo anche ribadito che per il periodo senza cassa integrazione deve essere completamente coperto da stipendio e contributi, oltre alla necessità di rimodulare l'accordo di reindustrializzazione al fine di garantire prospettive occupazionali per i lavoratori in forza allo stabilimento di Atessa al 2 aprile 2018». «Adesso - ribadisce Nicola Manzi, Uilm Chieti-Pescara - le speranze dei licenziati sono risposte nel processo di riconversione del sito, che va avanti, ma che comunque richiede tempo. Questa vicenda ci ricorda che urgono normative contro le delocalizzazioni, che avvengono dopo che lo Stato ha elargito fior di incentivi».

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