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Pescara, 24/07/2024
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Data: 28/06/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Strada dei Parchi slitta a Roma il rincaro dei pedaggi

PESCARA Le assicurazioni fornite dal neo ministro Danilo Toninelli hanno per il momento consigliato di sospendere la protesta contro il caro pedaggi della A24 e A25 che era stata organizzata per ieri mattina sotto la sede del Dicastero delle Infrastrutture e dei trasporti. I sindaci abruzzesi e del Lazio, coordinati dal Comune di Carsoli e dalla Provincia di Teramo, incontreranno il ministro il prossimo 5 luglio. Toninelli ha infatti fatto sapere ai manifestanti che si sta lavorando ad alcune ipotesi che saranno rese note, appunto, nel nuovo incontro fissato per giovedì prossimo a Roma.
Salta dunque il sit-in di protesta, ma resta aperta la grande questione del caro pedaggi su cui continua a interrogarsi anche la politica. La deputata aquilana del Pd, Stefania Pezzopane: «Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) dovevo essere anch'io con i sindaci. Poi è arrivato l'annuncio del ministro e la protesta è stata momentaneamente sospesa in attesa dell'incontro del 5 luglio. Inutile ricordare che si tratta di una vicenda complessa che riguarda aspetti normativi e contenziosi ancora in corso. Ma per l'Abruzzo - prosegue la deputata aquilana - è una battaglia che non si ferma».
Anche Gianni Melilla, parlamentare di Sinistra italiana nella precedente legislatura, invita a non lasciare cadere l'attenzione sul caro pedaggi: «Toninelli ha condiviso con noi questa battaglia nazionale, non solo abruzzese, quando era sui banchi delle opposizioni. Ci auguriamo che la affronti adesso da ministro. Una delle grandi questioni - sottolinea Melilla - è che la A24 e la A25 sono classificate come autostrade di montagna, quindi sono più care di quella adriatica e di molte altre a causa degli alti costi di manutenzione. Ma l'altro grande problema riguarda il contratto di concessione firmato a suo tempo con la concessionaria Strada dei parchi, di cui non siamo mai riusciti a sapere nulla. Un documento pieno di omissis, come un segreto di Stato, nemmeno si trattasse del caso Ustica».

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