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Pescara, 24/07/2024
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Data: 28/06/2018
Testata giornalistica: Il Centro
D'Alberto: «La nostra sfida è immaginare il futuro». Il sindaco raccoglie la provocazione del rettore sulla "cappa" che blocca la città «Ricostruiamo relazioni per lo sviluppo, ma c'è da gestire anche l'emergenza»

TERAMO Il paragone tra la città e «una Ferrari con il freno a mano tirato», fatto dal rettore Luciano D'Amico durante la Giornata dell'economia, non lascia indifferente il sindaco Gianguido D'Alberto. «È quello che abbiamo sempre detto», esordisce il primo cittadino, «questo territorio ha potenzialità enormi che finora non sono state sfruttate». Per la verità il rettore, che martedì alla Camera di commercio ha tenuto una delle sue ultime uscite pubbliche prima di passare le consegne al successore Dino Mastrocola, eletto alla guida dell'ateneo tre settimane fa, è andato anche oltre. Ha parlato senza mezzi di termini di una «cappa di piombo che impedisce alle energie migliori di emergere» e di un «blocco psicologico per cui ogni volta che qualche attore prova a immaginare qualcosa di innovativo gli vengono spezzate le gambe». Su questi passaggi la valutazione del primo cittadino si fa cauta, ma nella sostanza coincide con quella di D'Amico. «La sfida è proprio quella di immaginare il futuro senza dimenticare il presente». La "cappa" che ha frenato lo sviluppo della città per D'Alberto si è condensata in «una gestione politico-amministrativa fallimentare» che ha più volte denunciato nei nove anni di opposizione in consiglio comunale. L'inversione di tendenza, indicata da D'Alberto, passa attraverso «il rilancio dell'identità e della competitività di Teramo nel panorama regionale». È un obiettivo ambizioso che deve fare i conti con una serie di criticità ereditate dalla passata giunta e dovute sia al suo «fallimento gestionale» che in parte a fattori esterni: primo fra tutti i cataclismi, tra terremoti e nevicate epocali, di cui è stato vittima il territorio. «La ricostruzione non dev'essere solo edilizia, ma anche economica, sociale e culturale», ripete il primo cittadino che, però, non nasconde le «difficoltà oggettive» connesse alla situazione finanziaria del Comune. «Siamo costretti a farci dettare l'agenda dalle emergenze e dalle esigenze quotidiane», spiega il primo cittadino, «ma senza rinunciare a uno sguardo di prospettiva, ad immaginare il futuro e uno sviluppo importante per la città». Questo processo di crescita, nelle intenzioni di D'Alberto, vede il Comune al centro di una rete di relazioni, «che finora non c'è stata», con istituzioni, enti e realtà territoriali. «Dobbiamo ricostruire un dialogo con tutti i soggetti», spiega, «ripartendo proprio dall'università». Il rapporto con l'ateneo, su cui anche il consiglio degli studenti è tornato alla carica sollecitando il sindaco al rispetto degli impegni sottoscritti in campagna elettorale, sarà rinsaldato tramite una consulta o un tavolo permanente di confronto. «La formula e la definizione da dargli le dobbiamo ancora valutare», precisa D'Alberto, «ma sarà un organismo che opererà a due livelli: uno istituzionale e uno che coinvolga direttamente le comunità studentesca e cittadina». L'attenzione, però, non resterà rivolta solo all'ateneo. Nella rete delle relazioni per diradare la "cappa"che blocca la città ci sarà spazio per tutti.

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