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Pescara, 24/07/2024
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Data: 29/06/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Per una firma saltano 383 posti di lavoro. La società Strada dei Parchi avvia i licenziamenti. All'appello mancano ancora 192 milioni già stanziati per A24 e A25

PESCARA La mancata firma per completare l'iter dei lavori di messa in sicurezza della Strada dei Parchi, ha costretto la Toto Costruzioni ad avviare la procedura per il licenziamento di 383 lavoratori, attualmente impiegati sui cantieri di A24 e A25. Prima che diventino effettivi, devono passare 75 giorni. Una storia di mala burocrazia. I finanziamenti per completare i lavori per la "messa in sicurezza urgente" anti sismica della Strada dei Parchi sono disponibili. Il Provveditorato alle opere pubbliche competente per Abruzzo e Lazio ha approvato i progetti in linea tecnica e anche i decreti di sblocco del ministero delle Infrastrutture sono pronti. Manca solo la firma di un dirigente per far avviare i lavori.
LA LEGGE. La Strada dei Parchi è obbligata dalla legge (228/12) a mettere in sicurezza il tracciato e ad adeguarlo alla nuova normativa antisismica. Occorre anche ricordare che le risorse necessarie (250 milioni) sono state già individuate all'interno dei Fondi di Coesione e Sviluppo. Per una scelta del legislatore, però, questi fondi sono a decorrere dal 2021; mentre gli interventi vanno avviati e completati in tempi rapidi.Già con una precedente sentenza, il Tar del Lazio ha sbloccato 58 milioni per finanziare i primi interventi, che sommati ai 110 milioni messi a disposizione dalla Strada dei Parchi sono stati utilizzati per finanziare, parzialmente, il primo lotto di lavori. Sono ora necessari ulteriori lavori; cioè, occorrono i rimanenti 192 milioni già stanziati per completare la messa in sicurezza urgente. Si possono attivare attraverso una rimodulazione del Fondo di Coesione. Ma è tutto fermo per la mancanza di quella firma necessaria a sbloccare le autorizzazioni.
LA BUROCRAZIA. La Legge di Stabilità del 2013 (governo Monti), obbliga la Strada dei Parchi a mettere in sicurezza l'intero percorso, anche perché dopo il terremoto dell'Aquila sul tracciato si sono scaricate 54 mila scosse. L'ultima, del terzo grado Richter, due settimane fa. Le risorse per garantire i lavori di messa in sicurezza di piloni, viadotti e gallerie restano sulla carta. Una gara allo scaricabarile prossima a conclusione, in vista della sentenza del Tar del Lazio, prevista per il 4 luglio prossimo.I SOLDI. Il ministero dell'Economia annuncia uno stanziamento da 250 milioni, ma a decorrere dal 2021. Vale a dire, accantona risorse che non possono essere comprese nelle tabelle della Legge di Stabilità, e per farlo li recupera dal "Fondo Coesione e Sviluppo". Ma non essendo compresi nel triennio della Legge di Bilancio, quei fondi non possono essere spesi. Per farlo serve un decreto. Eppure, la Strada dei Parchi è obbligata dalla legge a predisporre interventi antisismici su 197 viadotti dell'autostrada. IL TAR. La società si rivolge così al Tar che sblocca una prima parte dei finanziamenti, attraverso una rimodulazione dei Fondi, vengono cioè sbloccate le risorse che, per mancanza di progetti, non possono essere spese entro l'anno. Insomma, si tratta di fondi a scalare. E arrivano così i 58 milioni destinati a finanziare i primi interventi come l'antiscalinamento. All'appello mancano ancora 192 milioni di quei 250 che il Mef ha assegnato, ma che per non gravare sui conti pubblici ha fatto slittare al 2021 per questioni di contabilità pubblica. Come per il primo sblocco, anche su questi si deve pronunciare il Tar.Cioè, deve pronunciarsi sulla rimodulazione dei fondi stessi ed avviare così i lavori necessari per mettere in sicurezza il tracciato.
I TAGLI. Se non dovessero arrivare, la società concessionaria sarebbe costretta a tagliare posti di lavoro, quelli degli operai addetti alla necessaria alla manutenzione anti-sismica. Vale a dire, 760 persone. Va da sé che i cantieri non potrebbero essere aperti in mancanza di risorse.
L'ACCONTO. Questi 250 milioni, poi, varrebbero come "acconto" del nuovo Pef (Piano economico e finanziario). La discussione per il rinnovo è iniziata nel 2013. Sono scivolati via 3 governi. E del Pef non c'è traccia. Ma non è finita. Nell'aprile del 2017, il governo approva un Piano d'urgenza da 172 milioni per la messa in sicurezza del tracciato autostradale. Le risorse però non ci sono. Il ministero delle Infrastrutture dice apertamente che non ha accantonamenti di spesa per finanziare il Piano.
NUOVO RICORSO. La società concessionaria fa un altro ricorso al Tar e lo vince. Così il problema viene risolto con il decreto sulla manovrina dello scorso anno. Ma anziché i 172 milioni per le opere urgenti, il Parlamento ne stanzia solo 112. Motivo? Sono due rate che la concessionaria deve all'Anas, e che erano state accantonate in banca. Questi interventi urgenti sono stati già realizzati sul tracciato. Ma, come dice il termine, si è trattato di interventi d'urgenza, ma non si è trattato di lavori strutturali.
SI TORNA ALL'ANTICO. Per quelli, il governo ha destinato quei 250 milioni del Fondo coesione e sviluppo. Fermi anche questi perché lo Stato sarebbe autorizzato ad utilizzarli a partire dal 2021. Come se al ministero dell'Economia od al ministero delle Infrastrutture fossero certi che fino a quella data non ci saranno terremoti in Abruzzo. E pensare che la Protezione civile ha stabilito la l'autostrada dei Parchi "opera strategica"; come dimostrato dal terremoto dell'Aquila del 2009.

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