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Pescara, 24/07/2024
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Data: 29/06/2018
Testata giornalistica: Il Centro
D'Alberto, lacrime e applausi «Ci attendono sfide enormi». Il sindaco s'insedia davanti a una folla entusiasta e dice: «Stop alla logica del consenso, recuperiamo la fiducia dei cittadini». L'opposizione diserta: presenti solo 5 eletti su 12

TERAMO Non è stato solo un atto formale, e lo ha sottolineato lo stesso sindaco nel suo breve discorso. Ieri la proclamazione di Gianguido D'Alberto e dei consiglieri comunali è stata una festa di popolo, trasformando la fredda sala dell'ipogeo in un piccolo stadio ribollente di entusiasmo. Si è percepito chiaramente che una parte della città vive questa elezione come una svolta epocale, non come un normale passaggio di consegne.Il lunghissimo applauso riservato dalla platea al più giovane sindaco della storia di Teramo quando è entrato in sala è stato un antipasto significativo. Quando il presidente dell'ufficio centrale per l'elezione, il giudice Marco Procaccini, ha chiamato D'Alberto per proclamarlo, l'applauso è diventato una standing ovation. Ed è riesploso ancora più forte quando il primo cittadino ha indossato la fascia. Poi ci sono stati applausi per tutti i consiglieri, anche per gli assenti. E, a proposito di assenze, non si poteva non notare che sui banchi dell'opposizione erano vuote sette sedie su dodici (due su 20 gli assenti in maggioranza). Degli eletti in minoranza c'erano solo i grillini Rocchetti e Ciammariconi e tre di centrodestra: Sbraccia, Micheli e Corona. Nel centrodestra erano assenti Giandonato Morra, i due di Futuro In Salvi e Fracassa, il recordman di preferenze Cozzi. Ma non c'erano neanche i candidati sindaci Mauro Di Dalmazio e Giovanni Cavallari e il consigliere "dalmata" Ciapanna. A parte Fracassa, che ha lamentato di non essere stato invitato, gli altri hanno addotto impegni personali e di lavoro per giustificare l'assenza. Di Dalmazio ha telefonato a D'Alberto per scusarsi e fargli l'in bocca al lupo. Quando D'Alberto ha preso la parola, non ha nascosto la commozione. «Grazie di cuore a tutti per avermi fatto vivere questa giornata meravigliosa», ha detto, «e scusate se non riesco a trattenere l'emozione». Il neo sindaco ha ringraziato gli eletti e tutti i candidati consiglieri della sua parte, ma anche i suoi avversari (gli altri sei candidati a sindaco). E ha detto: «Questo non è solo un atto formale, ha un altissimo contenuto democratico soprattutto perché la città viene da un periodo di commissariamento. L'astensionismo visto al ballottaggio ci preoccupa tutti, dobbiamo recuperare il rapporto di fiducia con i cittadini, aprirci alla città con la democrazia partecipativa». Ma questo "aprirsi alla città" non significherà certo fare scelte facili. «No alla logica del consenso elettorale», ha concluso D'Alberto, «dobbiamo fare le scelte giuste. Abbiamo davanti sfide enormi e ci sarà bisogno di tutti, anche dell'opposizione. Dobbiamo capire che tra i destini individuali e quelli della collettività teramana i secondi devono sempre prevalere. Viva Teramo, viva i cittadini teramani!». E c'è stato l'ultimo boato. Poi D'Alberto, esaurito il rito degli abbracci di amici e parenti, è andato in municipio e ha cominciato a fare il sindaco. Affrontando, tra le prime emergenze, quella dell'organizzazione della Coppa Interamnia.

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