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Data: 29/06/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ed. nazionale - Terremoto, primo sì al decreto. Ma niente sospensione delle tasse

ROMA Si chiama zona franca urbana e ai più non dice nulla, ma attorno ai suoi confini, tanto cari ai terremotati, è già esploso il primo scontro tra maggioranza e opposizione sul tema della ricostruzione del dopo sisma. Terreno di scontro, l'approvazione in Senato dell'ultimo decreto, dedicato al terremoto, un provvedimento ereditato dal governo Gentiloni e passato attraverso il fuoco incrociato degli emendamenti. Bocciato anche l'emendamento pd sulla sospensione del pagamento delle tasse per le zone terremotate. «Un fatto gravissimo», accusa la dem Alessia Morani.
In verità, all'interno del documento, approvato con 204 sì, un solo no e 56 astenuti, ci sono quasi tutte le richieste della commissaria straordinaria De Micheli e di buona parte degli stessi terremotati, cui la nuova maggioranza ha dato un'accelerazione nella misura in cui il breve tempo a disposizione lo ha permesso. Meno la zona franca urbana (emendamento del Pd) che la Federcosumatori, fortemente critica, spiega così: «L'esecutivo Gentiloni aveva sospeso i termini per adempimenti e versamenti tributari e contributivi, il canone Rai e il pagamento delle utenze all'interno dell'area del sisma». Insomma, si tratta di sgravi fiscali che però il Governo ha già annunciato di voler ridiscutere quando verrà affrontata la manovra di bilancio.
EMERGENZA PROPROGATA
Il dettaglio parte dalla proroga della struttura commissariale fino al 2021, dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2018 (con uno stanziamento di 300 milioni) e dell'inserimento nel cratere di cinque nuovi comuni, tutti in Abruzzo: Catignano, Civitella Casanova e Penne in provincia di Pescara, Penna Sant'Andrea e Basciano in provincia di Teramo. Quindi, la proroga della scadenza della cosiddetta busta paga pesante, la proroga e sospensione dei termini per gli adempimenti ed i versamenti tributari e il posticipo del rimborso da parte di lavoratori dipendenti e pensionati al gennaio 2019. Mese nel quale riprenderà anche il pagamento dei premi di assicurazione e dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro. Il provvedimento contiene anche altre due norme che erano attese dai territori: la regolarizzazione delle strutture provvisorie realizzate sui terreni di proprietà - la cosiddetta norma di nonna Peppina - e la procedura di sanatoria delle «lievi difformità edilizie», in sostanza piccoli abusi realizzati prima del 24 agosto 2016. I proprietari degli immobili possono presentare, con la domanda di contributo, una segnalazione certificata di inizio attività in sanatoria pagando una sanzione tra i 516 e i 5.164 euro. Introdotte, infine, una serie di misure per la tutela dei familiari delle vittime dei terremoti 2016, 2012 e 2009: è previsto un indennizzo di 5mila euro, che salgono a 40mila se la vittima era un minore. Dal decreto sono però rimaste fuori una serie di norme riguardanti altri terremoti - quello dell'Emilia Romagna del 2012, quello dell'Aquila del 2009 e quello di Ischia del 2017
LA BUROCRAZIA
Il Pd parla attraverso Francesco Verducci: «Abbiamo votato questo provvedimento quale ultimo atto del governo Gentiloni. Lo abbiamo preparato e voluto fortemente, perché è necessario». Durante il dibattito in senato, Fratelli d'Italia (astenuti) ha aperto un tema sentito dalle popolazioni del sisma. Spiega Francesco Zaffini: «Tra i sospesi, c'è la partita delle coperture: abbiamo un collo di bottiglia negli uffici per la ricostruzione, perché non c'è personale. Se si ripartirà grazie a questo decreto, ci si fermerà immediatamente per mancanza di personale». Astensione anche da Forza Italia che ritene ancora troppe questioni aperte e troppi ritardi accumulati. Ora il documento arriverà alla Camera per il voto finale, previsto il 18 luglio.

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