PESCARA Esplode la voglia di mare, di sole che brucia la pelle, di quella leggerezza tipica del primo caldo torrido che annuncia l'estate. Le spiagge, ieri, brulicavano di corpi stesi al sole (fotoservizio Giampiero Lattanzio), lucidi di creme solari e tatuaggi vistosi. In città arrivano i turisti: americani, tedeschi, dell'Europa dell'est, inglesi, francesi, persino argentini alla ricerca di parenti abruzzesi. Molti sono giovani, provenienti dal Lazio e dalla Puglia, richiamati anche dagli eventi, come il Samsara, organizzati dall'assessorato guidato da Giacomo Cuzzi. «A Pescara è in crescita il turismo dei giovani grazie ad un piano eventi ben articolato che l'amministrazione comunale sta mettendo in piedi da tempo » afferma Luca Carapellotti, 20 anni, titolare insieme al fratello Andrea, dell'agenzia La Foule che ha schierato in campo i promoter dell'accoglienza alla Nave di Cascella per il ballo collettivo più intrigante dell'estate, «queste manifestazioni sono una straordinaria opportunità di lavoro per tanti ragazzi. Ma la movida, che arriva anche da fuori regione, ha bisogno di trovare locali aperti fino a notte fonda. Per questo è necessario che quella parte di Pescara che vorrebbe la città silente, dovrebbere comprendere, invece, che una città accesa rilancia l'economia». I ragazzi de La Foule, Caterina Campochiaro, Paola Belmonte, Benedetta Cordone, Lorenzo Toro, Jacopo Abantuono, Umberto D'Archivio, Vincenzo Tassi, Gianmarco Lamonaca, Giorgia G. e Ludovica I., chiedono l'istituzione di bus notturni per gli spostamenti della movida, ma anche corse per tutto l'anno. I turisti ci sono, ma mancano le guide turistiche. Lo dice Serena De Cristofaro, pescarese di origini pugliesi, che lavora in un'agenzia di informazioni turistiche in centro: «Chi arriva in città, inglesi, francesi, molti argentini alla ricerca delle proprie origini, mi chiede di fare una visita guidata e le indicazioni per il centro storico».La ragazza dell'info point si improvvisa una guida e «pianifico per loro un tour che parte dalla casa di D'Annunzio e Flaiano, in centro storico, fino alle passeggiate sul ponte del mare e lungo la riviera. Per quanto riguarda i ristoranti consigliamo quelli di Pescara vecchia, gli stabilimenti balneari e il porto turistico». Serena prende il sole sulla spiaggia libera tra La Lampara e le Hawaii in compagnia di Giusy Lombardi, Stefano Di Loreto e Vanessa Iannuccelli, ingegnere ambientale che «non si fida tanto di andare in acqua», ma riconosce che gli «eventi, come il Flaiano e il Samsara, sono una grande attrattiva per la città». Sulla stessa spiaggia, Luca Falcone, pescarese originario di San Severo (Foggia) gestisce il chioschetto dell'Arci riaperto cinque giorni fa: «Tra i bagnanti c'è voglia di mare e spensieratezza», dice mentre osserva le deliziose sculture in pietra dell'artigiana Lilly, «i turisti dovrebbero scegliere Pescara perchè è una città vivibile, a misura d'uomo, con la montagna vicino. Io studiavo Lingue alla D'Annunzio, sono rimasto perché qui vivo bene».«Però non siamo competitivi con i prezzi e i servizi in spiaggia», interviene un cliente, Djafar Ghahvehchi Khaligh, dell'Azerbaigian, ginecologo all'ospedale, «negli anni 80 un ombrellone per tutta la stagione costava 100 mila lire. Qui il turismo non decolla perché i prezzi sono troppo alti». Confermano un rapido sviluppo del turismo giovanile in città, anche Martina Giammaruco, Martina Sersante e Maddalena Forcione, molisana, che gestiscono il chiosco Playa Paloma, nella zona della Madonnina, per conto della cooperativa Eta Beta: «Noi proponiamo serate teatrali con aperitivo e qui arrivano turisti americani, tedeschi, romani. La movida pescarese è così vivace che sta facendo conoscere Pescara, ovunque, in Italia».