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Pescara, 24/07/2024
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Data: 01/07/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Cgil: «In calo i lavoratori impegnati nella ricostruzione». La denuncia dei sindacalisti Trasatti e Verrocchi: «I cantieri della parte pubblica rallentano il passo». Critiche al sindaco Biondi anche per lo stallo della situazione degli edifici scolastici da ripristinare

L'AQUILA «Per la prima volta dopo nove anni, riscontriamo una diminuzione del numero di lavoratori impiegati nei cantieri, riflesso di un vistoso rallentamento della ricostruzione, specie di quella pubblica». La denuncia viene dalla Cgil L'Aquila, dal segretario provinciale della Fillea (la federazione dei lavoratori dell'edilizia) Emanuele Verrocchi e dal segretario della Camera del Lavoro Umberto Trasatti.I NUMERI. I dati forniti dal sindacato sono quelli ufficiali provenienti dai due Uffici speciali (Usra e Usrc), dalle casse edili e dall'Osservatorio per il monitoraggio dei flussi di manodopera della prefettura. «I numeri», afferma Trasatti, «certificano che c'è stato un rallentamento significativo nella capacità di spesa. Assistiamo alla pubblicazione mensile di elenchi di buoni contributo per 25/30 milioni, importi che, proiettati nell'anno, danno la cifra di 300 milioni. Ebbene, fino a qualche anno fa questa capacità di spesa annuale era di 1 miliardo». Per Trasatti non sta in piedi la spiegazione data più volte dal sindaco Pierluigi Biondi, secondo il quale il calo del tiraggio sarebbe fisiologico per via del fatto che si è passati dai grandi aggregati dell'asse centrale ai piccoli aggregati dei centri storici delle frazioni. Un conto, ha fatto osservare Biondi, è istruire una pratica da 30 milioni, un altro è istruirne 30 da un milione. «I grandi aggregati non si trovano solo nel centro storico», obietta però Trasatti. «Il rallentamento si spiega con lo stallo in cui versa la ricostruzione pubblica». «Secondo l'Usra», spiega Emanuele Verrocchi, «mentre per la ricostruzione privata siamo al 74% del ricostruito, per quella pubblica siamo al 62%, e questo solo per il comune dell'Aquila. Nel cratere va anche peggio: su 180 milioni di progetti finanziati, ne sono stati erogati 77 milioni, il 30%». LO SCANDALO SCUOLE. La vera cartina tornasole di una ricostruzione pubblica che procede a passo di lumaca, è, secondo la Cgil, lo stato di avanzamento dei lavori di riparazione delle scuole. «Dopo più di nove anni», osservano Verrocchi e Trasatti, «nei 56 comuni del cratere, per le scuole, su 202 milioni stanziati, ne sono stati erogati appena 69. Un vero scandalo». E all'Aquila non va certo meglio: nonostante i 42 milioni da tempo trasferiti nelle casse del Comune, nessuna scuola, tra quelle rese inagibili dal terremoto, è stata ancora ricostruita e più di 3mila 600 bambini (il 60% del totale) continuano ancora ad andare a lezione nei moduli provvisori.ADDETTI IN CALO. Se si vanno a guardare i dati forniti dalle casse edili, osserva Verrocchi, si legge che «tra il primo semestre 2017 e il primo semestre 2018 ci sono 1795 lavoratori registrati in meno, un calo del 20%. E anche chi lavora, lo fa di meno, per meno ore al mese». Quest'ultimo dato, spiegano Verrocchi e Trasatti, si spiega anche con il "dumping contrattuale" a cui ricorrono molte ditte. «Nei cantieri», afferma Trasatti, «si applicano decine di contratti nazionali di lavoro che non sono quelli del settore edilizio e che sfuggono ai controlli. Dai nostri accertamenti abbiamo visto che si trovano persone assunte come metalmeccanici, florovivaisti o lavoratori di società multiservizi. È un problema da risolvere urgentemente, così com'è da risolvere al più presto la questione del Durc on line, che, da gennaio 2017, ha sostituito il Durc per congruità. Serve un decreto del governo per tornare a quest'ultimo, come del resto è stato stabilito per il nuovo cratere». Infine, per la Cgil, va risolta, una volta per tutte, la questione dei lavoratori pubblici della filiera della ricostruzione, ovvero i dipendenti dei Comuni e degli Uffici speciali assunti dopo il terremoto con il concorsone Ripam o con contratti a tempo determinato

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