PONTIDA Prima un partito padano, poi nazionale e adesso la «super Lega». Matteo Salvini, forte di un consenso che veleggia oltre il 30%, ragiona in grande e dal palco di Pontida lancia l'ennesima, nuova edizione del Carroccio. «Penso a una Lega delle leghe che metta insieme tutti i movimenti liberi, sovrani. E' questo il futuro pacifico e sorridente cui stiamo lavorando».
I TEMI
Il leader di via Bellerio, qui anche in veste di vicepremier e ministro dell'Interno, è sempre l'uomo delle ruspe che piace ai suoi, per l'abbraccio con i 50 mila accorsi sul «prato sacro» indossa la maglietta con la sua faccia e l'avvertimento: La festa è strafinita. Spiega: «Non è la Lega che è cambiata, è il mondo che è cambiato. Abbiamo capito che da soli non andavamo da nessuna parte. Per vincere occorreva unire l'Italia, come occorrerà unire l'Europa». Un tema nuovo che si aggiunge ai cavalli di battaglia della Lega sovranista, dalla lotta ai flussi migratori alla legittima difesa, alla lotta alla criminalità. «Ci accusano di xenofobia, ma l'Italia che noi governeremo per i prossimi trent'anni - si rassegnino i compagni - non ha paura di nessuno». Salvini punta a esportare il modello padano nel Vecchio continente: «Far cadere il muro di Berlino sembrava impossibile, noi faremo cadere il muro di Bruxelle. Solo se si farà contagiare dalle idee della Lega, l'Europa può salvarsi». Sarà una sorta di lista transnazionale di stampo nazionalista e identitario da presentare alle elezioni europee del 2019. Che, afferma il ministro, diventeranno «un referendum fra l'Europa delle élite, delle banche, della finanza, dell'immigrazione e del precariato, e l'Europa dei popoli e del lavoro». Questa prospettiva politica già supera il tradizionale centrodestra e l'alleanza con Forza Italia, del resto al Parlamento europeo il Carroccio siede già con il Rassemblement National francese di Marine Le Pen, con la Fpoe al governo in Austria, con il Pvv olandese, tutti alternativi ai tradizionali partiti continentali.
«SPETTA A ME»
Intanto Salvini comincerà con un tour incontri nelle capitali europee nel ruolo di ministro dell'Interno impegnato ad affermare una rigorosa linea anti-immigrazione. E ribadisce che quella espressa da Fico è un'opinione personale: «Io rispetto le opinioni di tutti, poi ci sono un governo e un ministro che agiscono. I porti sono e resteranno chiusi per chi traffica esseri umani. Oggi c'è una terza nave che prenderà la via di un altro Paese e ce ne saranno anche una quarta una quinta e così via, finché gli scafisti non cambieranno mestiere, le persone smetteranno di morire in mare e verranno in Italia solo se scappano dalla guerra. Lo Stato fa lo Stato». L'Italia non ha alcuna responsabilità per le morti nell'ultimo naufragio a pochi chilometri dalla Libia, «la colpa è di chi illude queste persone e si arricchisce trasportandole con gommoni sgonfi, con i motori guasti e le getta in mare pensando che qualcuno le salverà». I risultati del Consiglio Ue sui migranti, per il nostro Paese, sono «un primo passo», perché «finalmente si è discusso delle nostre proposte: siamo a metà opera, si sono accorti che possiamo dire dei no». E anche gli scafisti «hanno capito che l'aria sta cambiando». Intanto sugli altri tavoli c'è «la legge Fornero da smontare», gli sconti di pena «da cancellare per assassini e stupratori» e come per i trafficanti di esseri umani «da Pontida anche per i mafiosi e i camorristi arriva l'avviso: è finita la pacchia. Combatteremo con ogni mezzo per cacciarli via dalla Sicilia e dalla Lombardia», promette Salvini parlando del suo appoggio all'antimafia, diverso da quello di chi fa milioni con «l'antimafia delle parole». La giornata ci chiude con il giuramento, nella sua nuova formula internazionale: «Giurate di non mollare fino a che non avremo liberato il popolo di questa Europa».