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Pescara, 24/07/2024
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Data: 02/07/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Malcontento 5Stelle la minoranza attacca: «Matteo va arginato» Il comandante Gregorio De Falco, neosenatore del M5S «Il Movimento non deve lasciare campo libero, ma riprendere l'iniziativa».

ROMA Avevano previsto anche questo, le reazioni avverse. Per questo la nota metodologica che apre il contratto di governoM5S-Lega parla di un comitato di conciliazione. Dentro il tribunale politico legastellato c'è già il Tap, per dire, l' opera in Puglia che scomoda le relazioni multipolari di entrambi i partiti (quelle con la Russia). E potenzialmente ci sono altri tre temi che potrebbero essere processati dal comitato, vera camera di compensazione tra i due alleati. C'è la questione migranti, i diritti LGTB e la legalizzazione della cannabis.
LE DIVISIONI
A presentare il conto delle divisioni sono i parlamentari ortodossi, tornati alla ribalta e oggi ben inseriti nel bosco del sottogoverno e nel sistema linfatico delle commissioni, anche nelle presidenze. Obiettivo: dettare la linea all'ala governista, appoggiati tra l'altro dai vecchi compagni di avventura, gli ex parlamentari del Movimento.
Il senatore Gregorio De Falco, sì il comandante anti Schettino twitta polemico: «Se chiamiamo le persone recuperate dal mare migranti, quelle presto diventeranno vittime, poiché nessuno avrà evitato loro di fare naufragio». Su questo il ministro dei trasporti Danilo Toninelli ieri ha evitato qualsiasi polemica. Dal Ministero si sono limitati a una dichiarazione molto protocollare senza gettare benzina sul fuoco. «Si conferma ottima intesa con Salvini sul merito del tema migranti. Tuttavia, in relazione alle sue parole da Pontida circa le competenze sui porti fonti del Mit ieri facevano notare che «le prerogative sono congiunte tra Mit e MinInterno, visto che ai Trasporti fanno capo Capitanerie e Guardia Costiera». Praticamente un telegramma, un sos debole e compunto. E comunque marcia bassa rispetto ai boatos di like che raccoglieva in contemporanea Salvini con la sua maglietta con su scritto: Chiudiamo i porti, messaggio poi ribadito a Toninelli con molta chiarezza: «Se i porti si chiudono o si aprono lo decide il ministro dell'Interno».
Ma la guerriglia ortodossa non per questo si ferma. Il deputato Luigi Gallo scrive: «L'Italia ha responsabilità di portare sui tavoli internazionali una strategia per garantire il salvataggio e la salvaguardia delle vite umane».
La deputata Doriana Sarli condivide il disagio di un'attivista che ha scritto una lettera aperta in cui mette alla berlina Matteo Salvini: «Sono fortemente turbata, le parole del ministro sono uno schiaffo alla dignità». C'è poi un'altra ex deputata campana: Napoli è la capitale degli ortodossi, sia perché è la città di Roberto Fico sia per quell'attrazione irresistibile che forum, assemblee, comitati, circoli autoconvocati esercitano da sempre nella base del M5S dove molti ortodossi si sono svezzati.
CANNABIS
Vega Colonnese ha partecipato come la senatrice Paola Nugnes al Gay pride, evento simbolo, secondo lei, di un orgoglio pentastellato pro diritti tanto da farle dire: «Lega statte nu poco zitta». Ieri la ex deputata Silvia Giordano, vicinissima all'attuale senatore Matteo Mantero ha celebrato un matrimonio gay e su facebook hanno taggato Di Maio e Fico, così giusto per la cronaca. Gli ortodossi hanno apprezzato molto che il loro sottosegretario Vincenzo Spadafora abbia non solo partecipato al corteo di Pompei ma abbia promesso che le conquiste normative non andranno perdute. E infine la legalizzazione della cannabis supportata dal M5S e ora in pericolo a giudicare dai messaggi allarmati sulla bacheca del sottosegretario alla giustizia Vittorio Ferraresi: «Non metterete mica Lorenzo Fontana al dipartimento antidroga eh?». «No ragazzi calma, le deleghe ancora non ci sono», risponde un Ferraresi prudente. La Lega va arginata, continuano a ripetere gli attivisti. «Sapevamo che Salvini era così - confida una fonte parlamentare vicina ai vertici M5S - noi abbiamo i ministeri meno mediatici ma la Lega non ci spaventa: il nostro contrattacco sarà nelle tante norme di iniziativa parlamentare. Lì si tornerà a capire che noi abbiamo il 33% e loro il 17%».


Il comandante Gregorio De Falco, neosenatore del M5S «Il Movimento non deve lasciare campo libero, ma riprendere l'iniziativa».

«A me interessa delle vite umane non del consenso, il Movimento deve riagguantare l'iniziativa», scandisce il comandante Gregorio De Falco, neosenatore del M5S che osserva le politiche attuate dal Viminale con inquietudine e dubbi.
Comandante De Falco, Matteo Salvini dice che se i porti vanno chiusi lo decide lui.
«C'è una differenza tra migrazione e naufragio. La prima è burocrazia, il secondo implica un soccorso umanitario. Non si possono chiudere i porti».
I sondaggi premiano Salvini a scapito vostro.
«Il problema vero è la vita di queste persone. Ora dobbiamo capire se in Libia sono in grado di gestire e coordinare autonomamente le operazioni in mare meglio delle Ong e della Guardia costiera. Il Movimento non deve lasciare campo libero, ma riprendere l'iniziativa su questo punto e pensare ai salvataggi».
Salvini è troppo aggressivo?
«La linea politica del governo la decidono M5S e Lega. Il nostro capo politico è il responsabile della nostra linea. L'aggressività può avere un senso se ottieni risultati. E se ci sono morti è chiaro che non va tutto bene».
Mentre noi parliamo il ministro dell'Interno annuncia la chiusura dei porti.
«La sua è una mossa politica non tec
nica. Io mi auguro che ci siano altri passi diplomatici prima che si arrivi a tanto».
Ma lei è d'accordo?
«Io non ho incarichi di governo ma mi chiedo: ci sono davvero questi motivi di ordine pubblico che giustificano la chiusura? Chiedetelo a Salvini».
Può farlo anche lei,
con un'interrogazione.
«Io? La posso anche fare, ma certamente la faranno agevolmente i colleghi dell'opposizione. Ma poi non è che si chiudono i porti, al massimo si vieta a una nave di fare operazioni»
.
In tutti i casi è un annuncio che non la entusiasma...
«Voglio vedere quando arriva il provvedimento, lo voglio leggere con attenzione».
È soddisfatto della visita del presidente Fico a Pozzallo?
«É stato un gesto umanitario».
Salvini ha detto che governerà per trent'anni.
«Ah sono tanti, spero di no. Ma credo che sia un augurio, non credo voglia rimanere lì così tanto, è pesante, è faticoso».

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