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Pescara, 24/07/2024
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Data: 04/07/2018
Testata giornalistica: Corriere della Sera
«La misura di Di Maio? Ci vuole altro sul Jobs act. Vitalizi e pensioni, no ai tagli. La soluzione del ricalcolo col contributivo rischia di aprire la strada a un taglio di tutte le pensioni». Camusso: nel governo cose insopportabili, altre interessanti

Qualcuno lo ha già ribattezzato il decreto Cgil.
Susanna Camusso sorride. «Allora gli mando la nostra Carta dei diritti ferma in Parlamento — ironizza la segretaria generale Cgil — così scoprirà quello che secondo noi va fatto per riformare davvero il mercato del lavoro».

Il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, dice che ha «licenziato il Jobs act».
«Pur andando nella direzione giusta, non è un intervento organico. Tra gli annunci e la sostanza c’è molta differenza. Ci vuole altro per “licenziare” il Jobs act».

Che cosa?
«Beh, solo per cominciare, la Cgil ritiene giusto introdurre le causali sui contratti a termine ma sarebbe logico farlo fin dall’inizio. Sui licenziamenti, va bene aumentare l’indennizzo, ma se non si reintroduce il diritto al reintegro, come pure il Movimento 5 Stelle aveva promesso, non si va al cuore del problema. In sintesi si tratta di un intervento parziale mentre sarebbe indispensabile riorganizzare tutta la legislazione come facciamo nella Carta dei diritti».

Eppure il primo decreto è contro la precarietà: molto di sinistra, o no?
«Porsi il tema di combattere la precarietà è più che giusto e in parte lo si fa. Poi siamo preoccupati perché, per esempio, si torna a parlare di reintrodurre i voucher che sono in palese contraddizione con la reintroduzione delle causali. Se vogliamo dire cosa ho trovato davvero di sinistra è la lotta al gioco d’azzardo».

I voucher servono per la vendemmia, dicono.
«Anche l’altra volta cominciò così e sappiamo dove si era arrivati prima che la Cgil prendesse l’iniziativa del referendum. Siamo contro i voucher, tanto più in agricoltura, dove resta il problema di una lotta efficace al caporalato».

Vede anche lei il dualismo nel governo tra una linea più di destra di Salvini e una più di sinistra di Di Maio?
«Non inseguo dietrologie. Alcune cose sono assolutamente insopportabili, come le affermazioni e le decisioni sui migranti. Altre sono interessanti. Piuttosto mi pare tardivo il pentimento di chi si accorge ora che non doveva esserci questa coalizione tra queste due forze politiche».

Meglio se il Pd avesse tentato il governo con i 5 Stelle?
«È acqua passata».

Come si riorganizza la sinistra?
«Provando a superare lo choc della sconfitta e a ragionare sui motivi che l’hanno provocata. Poi pensando alle cose da fare».

La Cgil che contributo può dare?
«Il contributo più importante è fare bene il suo lavoro. Da quanti anni abbiamo sollevato il tema della precarietà, ma nessuno ci ha ascoltato?».

Segretario, che ne pensa della direttiva che abolisce i vitalizi per gli ex deputati?
«Che l’incipit è giusto, ma la soluzione è sbagliata. È vero che c’è stato un eccesso di norme favorevoli in passato, ma la soluzione del ricalcolo col contributivo rischia di aprire la strada a un taglio di tutte le pensioni».

Di Maio dice che verranno ricalcolate quelle superiori a 4 mila euro.
«È vero, c’è un problema di solidarietà. Si intervenga con un contributo sulle pensioni più ricche da redistribuire all’interno del sistema. Nel 1996, quando si introdusse il calcolo contributivo, si affiancò con la pensione complementare. Le persone sulle quali si vorrebbe intervenire non avrebbero ora la possibilità di usufruirne. La proposta del ricalcolo è sbagliata perché non siamo davanti a privilegi o regali, ma a pensioni maturate secondo le regole allora vigenti».

Non è che boccia la proposta perché Di Maio ha detto che ora tocca alle «pensioni d’oro dei sindacalisti?».
«E quali sarebbero? Siamo lavoratori dipendenti che applicano le leggi anche quando sono in distacco. Se qualcuno ha violato le norme si intervenga col massimo di rigore».

Forse Di Maio si riferisce alla legge Mosca del ’74 che ha consentito a decine di migliaia di persone il riscatto agevolato degli anni passati nei sindacati e nei partiti.
«Dei furbi si è giustamente occupata la magistratura».

Cosa pensate di flat tax, quota 100 sulle pensioni e reddito di cittadinanza?
«Siamo assolutamente contrari alla flat tax, il prelievo andrebbe reso più progressivo, anche con una patrimoniale, invece che alleggerirlo sui più ricchi. Quota 100 soddisfa le esigenze di parte dei lavoratori ma lascia irrisolto il problema delle pensioni per i giovani e per i lavoratori discontinui. Quanto al reddito di cittadinanza, se è una misura per i poveri, basta rendere universale il Reddito d’inclusione, se diventa lo strumento, insieme alle politiche attive e alla formazione, per l’inserimento al lavoro, è decisamente più interessante».

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