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Data: 04/07/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tria: la Flat tax a tappe spesa pubblica congelata

ROMA Mettere in freezer la spesa pubblica corrente. Congelarla ai livelli attuali «nominali», non permettendole cioè, di crescere nemmeno al ritmo della sola inflazione. Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha proposto una sorta di cura shock per i conti pubblici e che gli è subito valsa, un'accusa di «rigorismo alla Monti» da parte del deputato di Fratelli d'Italia Guido Crosetto. L'idea di bloccare le spese di tutta la macchina statale al livello attuale, è stata lanciata dal ministro dell'Economia nell'audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero e inserita tra le «linee strategiche» da seguire. Al blocco della spesa corrente primaria, farebbe da contrappeso un aumento della spesa in conto capitale, quella per gli investimenti.
L'effetto, insomma, sarebbe quello di una ricomposizione delle uscite dello Stato. Un esercizio che non sarà semplice, visto che i grandi capitoli di spesa che compongono il bilancio pubblico sono le pensioni, la sanità, il pubblico impiego e i trasferimenti agli enti locali. Voci che, nel complesso, il prossimo anno sono date in aumento di una decina di miliardi, per poi salire di 20 miliardi nel 2020 e di 30 miliardi nel 2021. Bloccare la spesa ai livelli attuali equivarrebbe a un taglio di analoghe proporzioni. Gli altri due punti strategici della sua azione, sono stati indicati ieri da Tria nella riduzione del rapporto tra il debito e il Pil e nel non far peggiorare il saldo strutturale di bilancio. Tutte parole che suonano come musica alle orecchie di Bruxelles, con cui Tria ha già in piedi un negoziato per ottenere spazi di flessibilità sui conti per iniziare ad attuare il contratto di programma del governo. Proprio sulle promesse contenute nell'accordo firmato da Cinque Stelle e Lega, il ministro dell'Economia ha dovuto esercitare una buona dose di equilibrismo. Gli impegni saranno rispettati, ha spiegato, ma con «l'ovvio pensiero sano di chi dice che non si possono far saltare i conti». Il calo delle tasse, allora, non potrà che essere scaglionato. La Flat Tax arriverà con un processo a tappe, con un «cronoprogramma per l'applicazione progressiva», coerente con la riduzione della spesa pubblica». Si comincerà con «l'alleggerimento dalle Pmi e dalle classi medio-basse». Anche il reddito di cittadinanza rimane nel menù delle cose da fare. Ma tutto, per ora, viene rimandato a delle task force incaricate di studiare gli effetti delle principali misure promesse dai partiti. Ne saranno costituite tre: la prima si occuperà di effettuare una due diligence sulla spesa per il welfare e valutare l'impatto dell'introduzione del reddito di cittadinanza. La seconda di verificare i profili di gettito della flat tax. La terza sarà sugli investimenti. Il ministro ha garantito poi, che per quest'anno non ci sarà una manovra bis, anche perché il »pil rallenta» e sarebbe controproducente correggere i conti. Ma soprattutto ha chiarito che il governo non ha intenzione di varare nessuna «patrimoniale». Notizia quest'ultima, subito salutata con soddisfazione da Confedilizia.
LE ALTRE MISURE
Anche la pace fiscale, il condono proposto dalla Lega si farà. Ma trattandosi di una misura una tantum, ha spiegato il ministro, non potrà andare a copertura di spese pluriennali.
La strategia del ministro inizia, insomma, a delinearsi. Tria ha iniziato a negoziare spazi di deficit con la Commissione europea alla quale chiederà, ormai è certo, anche uno slittamento del pareggio di bilancio come avevano fatto i governi precedenti. Il deficit per il prossimo anno è previsto allo 0,8%. Il quadro disegnato da Tria, ha osservato il deputato del Pd, Luigi Marattin, sarebbe coerente con la richiesta di 0,6 punti di deficit in più. A fronte delle richieste, Tria offre alla Commissione il congelamento della spesa pubblica e la riduzione del debito pubblico. Non è mancata da parte del ministro una frecciata, la prima, al suo predecessore, Pier Carlo Padoan, che avrebbe avuto «vita meno facile» nel difendere i conti pubblici. Il neo titolare di via XX settembre ha rinfacciato a Padoan di aver promesso in Europa investimenti in cambio di flessibilità, salvo poi aver ridotto i primi e aumentato la spesa corrente. E questo, ha aggiunto Tria, «ha indebolito la posizione negoziale del governo».

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