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Pescara, 24/07/2024
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Data: 04/07/2018
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Fondi europei della discordia: bordate tra Febbo e Rivera sul loro utilizzo. Il Consigliere, «Speso solo il 2 per cento, tra gli ultimi in italia». Il direttore generale, «Falso, dati definitivi solo a fine anno».

L'AQUILA - È durato poco il clima di collaborazione bipartisan che ieri ha consentito in Consiglio regionale di approvare una lunga serie di norme, tra cui l’atteso testo unico del commercio. Ad accendere gli animi, con un nuovo durissimo scontro a distanza, il consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo e il direttore generale della Regione, Vincenzo Rivera intorno all’utilizzo, o meglio il presunto non utilizzo dei fondi europei.

A dar fuoco alle polveri i dati riportati dal quotidiano nazionale Affari&Finanza, inserto di La Repubblica, secondo cui “l’Abruzzo abbia speso appena il 2 per cento del Fondo sociale europeo (Fse) ed è in ritardo anche per il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). Uno dei dati peggiori in Italia, che già non eccelle a livello europeo.

Solo un fronte polemico all'interno della Regione su questa decisiva partita, dove si registra anche uno scontro negli uffici, tra il dirigente del servizio ragioneria Carmine Cipollone, direttore ai tempi del centrodestra di Gianni Chiodi, accusato dagli esponenti del centrosinistra,e anche dal direttore generale, di erogare i fondi già assegnati con eccessiva lentezza e scrupolo, facendo si che essi non vengano computati nelle calssifiche, che infatti inchiodano l'Abruzzo nei bassifondi.

Per Febbo la classifica suona comunque come un'impietosa condanna dell'operato dell'escutivo regionale e di tutta la macchina ammnistrativa. Rivera ribatte però a muso duro che “i target di spesa da raggiungere obbligatoriamente sono fissati alla data del 31 dicembre 2018 e solo in prossimità della scadenza si potrà vedere il reale stato di avanzamento dei programmi”.

La classifica, aggiornata a gennaio, insomma, non riflette il lavoro in corso che raccoglierà, si spera, i suoi frutti a fine anno.

"L'Abruzzo rimedia l'ennesima brutta figura a livello nazionale – ha tuonato Febbo - e conferma tutte le mie preoccupazioni sollevate da tempo. I dati che emergono dall'ultimo report pubblicato dalla Commissione europea, e riportati dal quotidiano nazionale di Finanza, sono allarmanti e gravi. Da tempo ho segnalato come questo Governo regionale sulle politiche dei fondi europei è stato, sin dall'inizio della legislatura, troppo superficiale, confusionaria e poco lungimirante”.

“L'inchiesta pubblicata dal quotidiano - continua il forzista - vede un Abruzzo non solo in ritardo ma anche e soprattutto in forte affanno nello spendere risorse fondamentali per la nostra economia, i nostri Comuni e i nostri giovani. Tant'è che assistiamo oggi al tentativo del vice Presidente Giovanni Lolli di arrampicarsi sugli specchi nel pubblicare bandi, che sarebbero dovuti uscire da tempo, pensando di recuperare quattro anni di completo immobilismo”.

"Oggi è ancora più palese come in Regione sia mancata completamente una programmazione seria dei Fondi europei, basta ricordare la fuga del direttore generale Cristina Geradis, del responsabile dell'Autorità di gestione dei Fondi europei Giuseppe Savini, del direttore di Compartimento Tommaso Di Rino e di tutti gli altri che sono stati cambiati più volte e sono di nuovo in scadenza tra qualche mese”, si legge ancora nella nota del consigliere di Forza Italia.

“Una completa mancanza di coordinamento e pianificazione mai registrata nella storia della Regione Abruzzo - continua Febbo-, infatti, gli ultimi dati pubblicati dall'Istat sulla povertà in Italia descrivono come l'Abruzzo sia tra le regioni messe peggio: oltre quindici famiglie abruzzesi su cento, cioè il 15,6% del totale, nel 2017, sono in una condizione di povertà relativa. La situazione è peggiorata drasticamente rispetto al 2016, anno in cui il dato si fermava al 9,9%. Come sottolineato e denunciato finanche dalla Cgil”.

Non si è fatta attendere la risposta di Rivera.

"In verità sono stati compiuti nell’ultimo anno, perché è questo l’arco temporale di cui rispondo personalmente, - spiega il direttore generale - giganteschi sforzi non rappresentati nelle tabelle dell’inserto Affari&Finanza del quotidiano La Repubblica. Tali dati, infatti, sono fermi al monitoraggio dello scorso gennaio, poiché il sistema di rilevazione consente l’aggiornamento a scadenze prefissate. La prossima è prevista per il 31 luglio e mostrerà l’avanzamento già effettuato e certificato mediante domande di pagamento formalizzate e già rimborsate".

Il direttore poi aggiunge che "l’utilizzo dei fondi europei è diventato il mantra della campagna elettorale del consigliere Febbo. Peccato che non abbia rivolto all’argomento le stesse insistenti attenzioni nel periodo in cui è stato assessore regionale e neanche nel periodo in cui i programmi erano gestiti dai dirigenti che, a suo avviso, sarebbero scappati dall’attuale amministrazione. Bisognerebbe interrogarsi meglio sul motivo della loro presunta fuga e magari pesare la stessa in relazione ai risultati non conseguiti, la cui responsabilità si pretende oggi di addossare incredibilmente al sottoscritto".

Alla data odierna, assicura dunque Rivera, "sono già state assunte obbligazioni giuridicamente vincolanti, mediante l’adozione di apposite determinazioni di impegno contabile a seguito di bandi ed avvisi pubblici, per un ammontare pari a 170 milioni di euro per il Fesr (a fronte di una dotazione di 271 milioni comprensivi dei 40 recentemente riconosciuti per il sisma 2016/2017) e 68,4 milioni per il Fse (a fronte di una dotazione complessiva di 142 milioni). Attualmente il livello di spesa certificata ed inserita nel sistema di monitoraggio è pari ad 6.745.485 euro per il Fesr e 4.730.378 euro per il Fse".

"Colgo inoltre la ghiotta occasione della provocazione ‘febbiana’ - incalza Rivera - per informare i cittadini che dalla data del mio insediamento a capo dei programmi di investimento nazionali ed europei a regia regionale (febbraio 2017), il Fondo di Sviluppo e Coesione 2007-2013, la cui gestione è ricaduta pressoché interamente sotto la Giunta di Gianni Chiodi, di cui Febbo è stato importante assessore, riportava una certificazione di spesa pari alla sola quota di anticipazione dell’8%. Ad oggi la Regione ha provveduto a certificare 290 milioni di euro attraverso la formalizzazione di ben 6 domande di pagamento di 48 milioni ciascuna, portando così l’avanzamento della spesa certificata ad oltre il 48%. Con un linguaggio più diretto posso dunque affermare, senza timore di alcuna smentita, che l’avanzamento della spesa garantita da Febbo nei 5 anni del suo assessorato è stato pari a zero”,

“Ma andiamo avanti. Con riferimento al Masterplan (vale a dire il nuovo Programma del Fondo di Sviluppo e Coesione del periodo 2014-2020) risultano ad oggi perfezionati tutti gli atti di concessione e sono stati caricati nella Banca Dati Unitaria progetti per un ammontare pari ad 591.850.981,02 dei quali 446.872.564 euro validati dall’Agenzia della Coesione alla data del 30 aprile scorso, a fronte di una dotazione complessiva del Fondo di 753.400.000 euro. Sono in procinto di essere validati ulteriori 38 milioni di euro di progetti, mentre sono già state riscosse quote di anticipazione per un ammontare di 45 milioni di euro”, spiega ancora il direttore generale.

“Per quanto concerne il Piano di Azione e Coesione Unico Fesr e Fse, a fronte di una dotazione di 66.127.398 euro è stata presentata una domanda di pagamento Pac Fse nel 2017 per un importo di 37.638.937 euro ed una domanda di pagamento Pac Fesr nel 2018 per un importo di 10.908.945 euro, raggiungendo così il 73,4% dell’intero Programma. Tali somme sono già state trasferite dallo Stato”, precisa il direttore della Regione.

“Nel corso dell’ultimo anno si è inoltre provveduto alla ricognizione di tutti i progetti, incredibilmente ancora sospesi, finanziati con la legge n. 64/1986 (legge, si badi, di ben 32 anni fa), concernenti il Programma Regionale di Sviluppo, l’Azione Organica 6.3 e la Programmazione ex Agensud. In particolare, si è provveduto ad una attenta ricognizione del residuo credito a saldo vantato dalla Regione Abruzzo nei confronti dell’Amministrazione statale per l’importo complessivo di 13,5 milioni di Euro. Conseguentemente si è provveduto ad inoltrare la richiesta di trasferimento delle predette risorse. Questi sono dati incontrovertibili, desumibili da riscontri documentali e da provvedimenti amministrativi. Tutto ciò senza contare che tra un programma e l’altro, nel breve periodo di mia reggenza del Dipartimento Trasporti, la Regione ha portato a definizione il procedimento amministrativo che ha colmato l’assenza trentennale dei livelli dei servizi minimi del Trasporto Pubblico Locale abruzzese ed ha definito l’affidamento in house a Tua di determinati servizi di trasporto entro gli stringenti termini imposti dalla legge nazionale (30 settembre 2017)”, conclude Rivera.

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