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Pescara, 24/07/2024
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Data: 05/07/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
D'Alfonso, archiviata l'inchiesta sul fondaco di Penne

PESCARA Finisce in archivio l'inchiesta sul fondaco di Penne che vedeva coinvolto il presidente-senatore Luciano D'Alfonso. A sei mesi di distanza dalla richiesta avanzata dal procuratore dell'Aquila, Michele Renzo, il gip Romano Gargarella ha firmato il decreto di archiviazione facendo sue le conclusioni della procura che aveva evidenziato che «non ci sono elementi per sostenere l'accusa in giudizio». La vicenda, costola di un procedimento più complesso sugli appalti dellas Regione Abruzzo, è legata alla vendita di un fondaco da parte del Comune di Penne, necessaria per fare cassa ed evitare di sforare il patto di stabilità. D'Alfonso, che era accusato di istigazione alla corruzione, corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio e abuso d'ufficio, si sarebbe limitato a fare una telefonata a Roberto Orsatti, architetto della Soprintendenza ai beni culturali, non per imporre un eventuale parere positivo, ma soltanto per velocizzare quel passaggio burocratico che tanti problemi stava arrecando al Comune di Penne: in cambio non ci sarebbe stata nessuna contropartita o ad esempio consenso elettorale. Questo avrebbe accertato l'istruttoria della procura dell'Aquila conclusasi appunto con la richiesta di archiviazione.
Se quel bene non fosse stato alienato prima della fine dell'anno 2015 per il Comune di Penne ci sarebbero stati effetti molto negativi: era dunque necessario superare il vincolo dei Beni culturali. Il sindaco Rocco D'Alfonso, soltanto omonimo di Luciano e oggi inserito nello staff del presidente, vista l'urgenza di chiudere il bilancio si era rivolto al presidente D'Alfonso che intervenne subito per sollecitare il parere della commissione e non per altro.
«Per mandato statutario - afferma il presidente D'Alfonso - ho il compito di aiutare i Comuni. L'intervento riguardava la messa in esercizio del piano di alienazione demaniale idoneamente deliberato dal Comune. Per quel fondaco c'era il problema del visto del ministero dei Beni culturali che doveva essere espresso entro il 30 dicembre per chiudere l'esercizio amministrativo finanziario. Letta la relazione del revisore dei conti, mi prodigai a realizzare questa premura istituzionale. Nel caso di specie come sempre, la condotta assunta e giuridicizzata ha fatto riferimento ad un salvataggio finanziario e contabile del Comune di Penne che coincide con l'interesse pubblico».

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