Nelle prossime ore potrebbe compiersi il destino dei tre dissidenti del Pd. Come anticipato, Americo Di Benedetto (foto), Emanuela Iorio e Antonio Nardantonio avrebbero assunto la decisione di uscire dal gruppo democrat per transitare, sembra, in quello del Passo Possibile. C'è da giurare, comunque che non si tratti della loro destinazione definitiva. Molte le ragioni alla base della decisione, prima fra tutte l'incomprensione con la governance locale dei democrat. La scissione è servita, una mossa che sembra precede all'Aquila quella che si annusa in casa Democrat a livello nazionale. Lo strappo si sta consumando nell'indifferenza totale dei Dem che non hanno battuto ciglio rispetto alla decisione dei dissidenti, quasi come se non fosse affar loro. Il punto, invece, non è solo l'uscita dei tre consiglieri del Pd, ma le probabili conseguenze che ciò potrebbe comportare. Quali saranno le scelte di Maurizio Capri (cugino di Americo) e dei fedelissimi e amici fraterni dello stesso? Quali potranno essere le conseguenze dirette all'interno del gruppo del Pd? Di Benedetto, infatti, è l'attuale presidente della Commissione Garanzia e Controllo. Continuerà a guidarla visto che il gruppo Dem si è ridotto? C'è inoltre da chiedersi perché ciò sia successo: si tratta di un piano stabilito a tavolino, di un progetto politico a lunga gittata dei tre o è solo il frutto di una mala gestio del gruppo Pd e del partito a livello locale? Si ha la sensazione che il Pd sia come il Titanic colpito da un iceberg. C'è chi pensa a trovare le scialuppe di salvataggio (che purtroppo non basteranno per tutti) e chi continua a suonare come se nulla sia accaduto. Una cosa è certa: l'uscita di tre esponenti di spicco da un partito che ha ancora un suo brand è da considerarsi una sconfitta sonora. Di chi? Probabilmente di chi non ha saputo ascoltare e non ha avuto la capacità di indicare una strada maestra dopo la sconfitta. La guerra di generazione non ha fatto altro che peggiorare la situazione, sicuramente anche in questa circostanza ci sarà chi punterà il dito contro la triade (che in questo caso è rimasta silente) e chi contro i Pietrucciani. É il gioco delle parti della politica, mentre il centrodestra a livello comunale gongola potendo contare su una opposizione assente o quasi in Consiglio comunale.